La Cavalleria Rusticana – Dramma della Gelosia

cavalleria-rusticana1Una delle principali opere del Verismo musicale è la Cavalleria Rusticana composta da Pietro Mascagni nel 1890, tratta da una novella di Giovanni Verga. È un dramma della gelosia in un atto che si svolge in un villaggio siciliano. L’opera è una successione ininterrotta di scene popolari, dialoghi e canzoni. Il canto vero e proprio ha una efficacia musicale altrettanto grande di quella drammatica del declamato canto metricamente libero usato nel melodramma moderno. Di estrema bellezza musicale è l’intermezzo orchestrale che accresce la tensione suscitando un profondo coinvolgimento emotivo in chi ascolta. Il coro introduttivo del popolo canta la primavera ed è dolce e cullante, la preghiera del “Regina coeli” è una specie di corale armonizzato romanticamente. La musica descrive l’ambiente simile alla musica a programma. Con estremo realismo è presentata la morte di Turiddu: un fortissimo drammatico durante il duello rusticano, dietro la scena, poi improvvisamente un silenzio di morte. Alfio ha ucciso Turiddu, seguono i contrabbassi e i timpani come un mormorio crescente poi l’urlo di una donna e l’esplosione di orrore sulla scena. Nel verismo la musica si mette totalmente al servizio della rappresentazione di eventi esteriori ed interiori. Con la Cavalleria Rusticana Mascagni raggiunse ben presto una notevole fama e vinse nel 1889 il primo premio di un concorso bandito dall’editore Sonzogno.
Trama
L’ambiente è un paese di Sicilia, alla fine del XIX. È il mattino di Pasqua. Turiddu (tenore) tornato dal servizio militare ha appreso che Lola (mezzosoprano), della quale era ed è perdutamente innamorato, è andata sposa del carrettiere Alfio (baritono). Ha tentato di consolarsi con Santuzza (soprano) ma dopo averla sedotta ora la trascura: la ragazza non si rassegna e lo affronta, disperata, ma è spavaldamente respinta. Santuzza accecata dalla gelosia rivela ad Alfio che Lola gli è infedele. All’uscita dalla chiesa Turiddu invita gli amici a bere un bicchiere di vino nell’osteria della madre Lucia (contralto) e lì Alfio lo provoca a duello mortale. Prima di allontanarsi Turiddu chiede alla madre di benedirlo e di proteggere Santuzza. Poco dopo dietro la chiesa i due rivali si battono: il grido di una popolana “ Hanno ammazzato compare Turiddu” annuncia il tragico esito del duello finale.

 

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