La Musica ed il suo contesto
Sappiamo apprezzare il legame che esiste tra una composizione musicale ed il contesto a cui appartiene? Non sempre, ma sarebbe doveroso farlo, nel rispetto dell’opera stessa e per godere pienamente della sua essenza. Le musiche a carattere religioso, ad esempio, toccano maggiormente le corde degli ascoltatori se eseguite in ambito liturgico. Scollegare le due cose sarebbe come associare una colonna sonora al film sbagliato.
La Storia ci riporta un aneddoto legato ad un’opera immortale, non tanto per lo spessore compositivo, quanto per il legame, quasi mistico, che la lega ad un luogo molto singolare: la Cappella Sistina. Ci riferiamo al Miserere di Allegri.
L’imperatore Leopoldo I, grande appassionato di musica, ne aveva fatto chiedere una copia al Papa, tramite il suo ambasciatore a Roma, per uso della sua cappella imperiale. La richiesta gli fu accordata. Il maestro di cappella pontificio fu incaricato di fare questa copia che fu inviata all’imperatore. I più grandi cantanti si trovavano allora a Vienna e furono pregati di collaborare all’esecuzione ma, qualunque fosse il loro merito, siccome ignoravano la tradizione, il brano non produsse altro effetto di quello di un falso bordone ordinario.
L’imperatore credette che il maestro di cappella avesse eluso l’ordine inviandogli un altro Miserere, se ne lamentò ed il preteso colpevole fu cacciato, senza ascoltare le sue giustificazioni. Infine ottenne di poter patrocinare egli stesso la sua causa e di spiegare che la maniera di cantare questo Miserere in una cappella non poteva esprimersi con note né essere trasmesso in altro modo che con l’esempio. Il Papa, che non aveva conoscenze musicali approfondite, penò molto a comprendere come uno stesso pezzo potesse produrre effetti così diversi, tuttavia ordinò al suo maestro di scrivere la sua difesa che fu inviata a Vienna con soddisfazione dell’imperatore.