Nato a Le Roncole, vicino a Busseto (Parma), il 10 ottobre 1813.
Il padre era un oste e la madre una filatrice.
Sin da bambino manifestò il suo talento musicale, come testimonia la scritta posta sulla sua spinetta dal cembalaro Cavalletti, che nel 1821 la riparò gratuitamente “vedendo la buona disposizione che ha il giovinetto Giuseppe Verdi d’imparare a suonare questo istrumento”.
La sua formazione culturale ed umanistica avvenne soprattutto attraverso la frequentazione della ricca Biblioteca della Scuola dei Gesuiti a Busseto.
Apprese i principi della composizione musicale e della pratica strumentale da Ferdinando Provesi che era allora maestro dei locali Filarmonici.
Fu a Milano che avvenne la formazione della sua personalità.
Non fu ammesso al Conservatorio di Milano per superati limiti d’età ma si dedicò privatamente nella tecnica contrappuntistica con Vincenzo Lavigna, già “maestro al cembalo” del Teatro alla Scala.
L’ambiente milanese, influenzato dalla dominazione austriaca, gli fece anche conoscere il repertorio dei classici viennesi, soprattutto quello del quartetto d’archi.
I rapporti con l’aristocrazia milanese e i contatti con l’ambiente teatrale decisero anche sul futuro destino del giovane compositore: dedicarsi non alla musica sacra come maestro di cappella, o alla musica strumentale, bensì in modo quasi esclusivo al teatro in musica.