La Mazurka da Musica da Ballo a Musica da Ascolto
Con le mazurke dell’Op.6 e dell’Op.7 scritte a Vienna negli anni 1830-33, Chopin inaugura il periodo di maturità creativa ed espressiva di questa forma musicale di cui sarà il maggior esponente. Prima di quegli anni, ancora a Varsavia, si era già accostato a questa danza, rivelando tuttavia schemi ritmici e melodici troppo legati al contesto contadino. Erano ancora mazurke “da ballo” che il pubblico conobbe solo dopo la morte dell’artista. Nella produzione viennese, invece, la danza si amplia, assumendo in sè anche caratteri più “urbani” e centro-europei e, soprattutto, diventando un pezzo non più “da ballare” ma da “ascoltare”.
La Mazurka op.7 n.1 è un eccellente esempio di questo nuovo genere musicale. La struttura formale è quella classica: una parte suddivisa in due episodi, un trio, la conclusione costituita dalla ripetizione della prima idea tematica. Il metro ternario viene mantenuto per tutto il pezzo e il ritmo guizzante e marcato, caratterizzato da brevissime pause che interrompono la linea melodica, fa di questa danza una pagina di immediata gaiezza. Nel trio, gli archetipi popolari sono evidentissimi: l’accompagnamento a mo’ di bordone, con il medesimo bicordo, ovvero l’insieme di due suoni, ripetuto e la melodia discendente in cui prevale il cromatismo.