Carl Philipp Emanuel Bach scrisse questa Sinfonia nel 1776. Si tratta di una composizione con dodici voci obbligate ovvero sette strumenti a fiato e archi. Scritta quasi contemporaneamente alla Sinfonia il Re Maggiore (Wq 183 n.1) e con questa molto affine dal punto di vista emotivo. Il Primo Movimento si apre con un inciso affidato agli archi; un tremolo che richiama il rullo di tamburi dà inizio ad uno scenario sonoro gaio e ammiccante, spesso sospeso ed intrappolato tra gli scambi maggiore-minore. I flauti prima e gli oboi dopo si propongono come alternativa al tema sovrastante degli archi, creando un piacevole effetto di contrasto, tipicamente in stile classico con gli archi baldanzosi e i legni più affettuosi. Il secondo movimento è breve, e tutto d’un fiato si svolge senza interruzione, fino alla fine, con un canto dolce e carezzevole. L’ultimo Movimento è il più articolato, con diversi spunti tematici; grazia, vitalità, vigore, con alcuni passaggi più velati, in minore, prontamente contrastati da nuova luce, fino alla fine, fino al luminoso accordo di tonica.