La Storia di Buranello
Nato nell’isola di Burano, il 18 ottobre 1706, a otto leghe da Venezia, e perciò detto il Buranello. E’ stato uno dei compositori più originali d’Italia nel genere comico. I primi rudimenti musicali gli furono insegnati da suo padre, barbiere di professione, che suonava il violino negli intermezzi al teatro della commedia. A sedici anni si recò a Venezia e lì visse con il salario che riceveva come organista in diverse chiese. Benché non veramente dotto delle basi di questa arte, osò mettere in musica un’opera buffa a Chioggia che aveva per titolo “La fede nell’incostanza”, ossia gli amici rivali, che fu oltraggiosamente fischiata. Dopo questo sfortunato esordio Galuppi si era quasi deciso ad abbandonare la musica e ad abbracciare la professione di suo padre, quando ebbe la fortuna di suscitare l’interesse del famoso Benedetto Marcello che avendo notato le felici disposizioni del giovane Baldassare. Lo introdusse nella scuola di Lotti, dove si dedicò allo studio del contrappunto con ardore per ben tre anni. Lotti ben presto si avvide che Galuppi eccelleva sugli altri suoi allievi e gli testimoniava una stima. Durante la sua formazione prestò servizio come clavicembalista e di tanto in tanto compositore di arie per riprese e pasticci. L’ottima reputazione di clavicembalista che ottenne sia a Venezia che a Firenze fece sì che nel 1726 venisse ingaggiato al Teatro Sant’Angelo, al San Samuele e al San Giovanni Grisostomo al fine di mettere in scena le proprie arie. Appena si sentì abbastanza preparato per poter riaffrontare le scene, ricorse ancora alla bontà del Marcello che scrisse per lui il libretto della “Dorinda”, del quale il giovane compose la musica. Quest’opera fu rappresentata al teatro di Sant’Angelo durante la fiera dell’Ascensione, nel 1729 e fu ben accolta dal pubblico. In quest’opera Galuppi non brilla per la forza dell’armonia, ma una gaiezza sostenuta, una verve incontenibile, e le forme graziose del suo canto, gli procurarono una celebrità che resistette per gran tempo ai capricci della moda. Galuppi si dedicò anche allo studio del clavicembalo e divenne uno degli artisti più abili su questo strumento. Dal 1729 in poi, il successo di questo compositore, in tutti i teatri d’Italia, fu quasi senza interruzioni, fino alla sua morte.
Verso il 1740 la fama di Galuppi a Venezia iniziò a diminuire; gli venivano preferiti altri compositori. Nell’ottobre del 1741 decise, quindi, di accettare l’invito di recarsi a Londra, dove fu nominato compositore del Teatro Reale. Le sue opere non ottennero, però, gran successo, quindi, dopo undici mesi di soggiorno nella capitale inglese, optò per il rientro a Venezia. Divenuto maestro di cappella della Basilica di San Marco nel 1762, organista di più chiese e maestro del “Conservatorio degli Incurabili”, rivestì tutti e tre questi incarichi fino all’età di sessantatré anni, quando fu chiamato in Russia dall’imperatrice Caterina II. Oltre ad un trattamento di 4000 rubli, gli si assicurava un alloggio ed una vettura di corte sempre pronta ai suoi ordini. L’orchestra che vi trovò per eseguire le sue opere era detestabile, e non aveva nemmeno la più pallida idea delle sfumature dinamiche come il piano e il forte, ma grazie ai suoi sforzi divenne un po’ più tollerabile. La prima opera che Galuppi diede a Pietroburgo, fu la “Didone Abbandonata”. L’imperatrice ne fu talmente soddisfatta che il mattino dopo gli inviò una tabacchiera d’oro, impreziosita da diamanti, contenente mille ducati.
Tornò a Venezia nel 1768, e riprese il suo vecchio lavoro ed i suoi incarichi. Continuò a scrivere per il teatro fino al 1777 e per la chiesa fino al 3 gennaio del 1785, data della sua morte.