Barbara Strozzi – Breve Biografia

Barbara_Strozzi_1Barbara Strozzi (1619 – 1677) è stata un grande talento musicale del Barocco italiano. Nacque a Venezia, probabilmente da una relazione illegittima, e fu adottata dalla famiglia Strozzi. Il padre, Giulio Strozzi, aveva consumato una relazione amorosa con la serva Isabella Garzon. Accortosi ben presto delle doti della figlia, Giulio Strozzi, anch’egli dotato artisticamente, incoraggiò il talento della piccola Barbara, arrivando persino ad istituire una accademia in cui le esibizioni della figlia potessero trovare ampio spazio. Il canto non era il suo unico talento e le sue doti musicali la portarono verso la composizione. Il padre le organizzò un ciclo di lezioni con l’affermato compositore e amico Francesco Cavalli.

Il suo talento non le favorì la simpatia di alcuni colleghi, di certo invidiosi, e qualcuno la calunniò additandola come cortigiana. Condusse una vita relativamente tranquilla, eccezion fatta per alcune vicende. Si disse che almeno tre dei suoi quattro figli avessero lo stesso padre, Giovanni Paolo Vidman (o Widmann), mecenate e sostenitore dei suoi primi lavori. Dopo la morte dello stesso Vidman è probabile che Barbara Strozzi si sostenesse grazie ad accurati investimenti e alle sue composizioni. A quanto pare l’uomo non lasciò nulla ai suoi figli nel testamento.

Barbara Strozzi si distinse per il maggior numero di composizioni di musica vocale profana stampata a Venezia durante la metà del secolo e per aver adottato un unico volume piuttosto che diverse raccolte dei suoi lavori. La sua produzione è unica e contiene esclusivamente musica vocale profana, con l’eccezione di un unico volume di canti sacri. Quasi tre quarti delle sue opere furono scritte per soprano, ma ne pubblicò anche per altre voci. La sua capacità di scrittura era pari al talento compositivo: i suoi testi erano molto poetici e ben articolati sebbene è giusto ricordare che molti dei suoi primi lavori si basarono su testi scritti dal padre. Le sue composizioni sono saldamente radicate nella tradizione della “seconda pratica” e la sua musica evoca lo spirito di Cavalli, erede di Monteverdi. Tuttavia, il suo stile è più lirico e legato al suono vocale puro.

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