rcell. I suoi lavori condizionarono gli artisti del tempo e quelli delle generazioni successive: primi fra tutti, Haydn, Mozart e Beethoven. Le sue doti musicali si palesarono in tenera età ma non trovò nel padre grande sostegno: sembra infatti che appena dodicenne, fosse solito esercitarsi nottetempo su un cembalo nascosto nel granaio di casa. Per accontentare il genitore frequentò la facoltà di legge dell’Università di Halle, ma la abbandonò ben presto, essendo in lui troppo forte l’attrazione per la Musica. Iniziò il lungo viaggio della sua Vita: giunse ad Amburgo, unica città tedesca che potesse vantare un Teatro dell’opera indipendente da corti o signorotti. Il giovane Händel cominciò la sua attività e strinse una bella amicizia con il compositore e storico musicale Johann Mattheson che lo iniziò al melodramma, e che lo indirizzò verso l’Italia per affinare la tecnica. Visse in Italia dal 1706 al 1710, compose e studiò. Rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma, Napoli e Venezia e conobbe e frequentò musicisti coevi come Scarlatti, Corelli, Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra. Per due anni fu ospite del Principe Francesco Maria Ruspoli, che lo nominò suo Maestro di cappella. La prima opera italiana di Händel andò in scena, e con successo, nel 1707 a Firenze. Gli italiani lo salutarono col grido “Viva il caro Sassone”, a Venezia nel 1709, al debutto dell’opera Agrippina, la prima a giungere integra ai nostri giorni. Questo appellativo venne in seguito condiviso da un altro grande compositore tedesco, Johann Adolph Hasse, che fece dell’Italia la sua patria d’elezione.
Il resto della sua vita lo trascorse in Inghilterra, che fu la sua patria adottiva e che vide la sua morte, all’età di settantaquattro anni, il 14 aprile 1759.