Quando Antonio Vivaldi morì, nel 1741, Baldassare Galuppi divenne il più importante compositore di Venezia e uno dei compositori più conosciuti in Italia. La sua produzione musicale, che ancora oggi non ha una catalogazione ben definita, comprende moltissime Opere, sia buffe che serie, tanta Musica Sacra e altrettanta musica strumentale per tastiera. Galuppi, giovane compositore, concentrò principalmente la sua verve creativa in ambito operistico: nota è la sua collaborazione con Goldoni. E’anche vero però che il primissimo Galuppi dovette soprassedere dopo i primi insuccessi teatrali; sebbene fortemente deluso e demotivato, ebbe la fortuna di ricevere il conforto di Benedetto Marcello, che lo consigliò e aiutò ad entrare nella scuola di composizione del Maestro Lotti, dove si dedicò allo studio del contrappunto per ben tre anni; migliorate le tecniche compositive ripartì col piglio giusto e con una lunga sequenza di opere di successo. L’ultimo periodo della sua vita di compositore lo vide impegnato nella produzione di Musica Sacra, anche in virtù degli impegni professionali stretti nella sua città natale. Quello che non mutò nel tempo fu la produzione per cembalo: scrisse e suonò ininterrottamente, non abbandonò mai la tastiera. Le tante sonate, in particolare, caratterizzarono gran parte della sua vita compositiva e si legarono spesso a momenti di sperimentazione e a variazioni stilistiche. Nell’arco di cinquant’anni Galuppi scrisse sonate molto diverse sia nella forma che nello stile. Alcune con un movimento lento o moderato seguito da due movimenti veloci, in cui il primo è solitamente quello più elaborato. Questo gruppo sembra ispirarsi allo stile dell’Ouverture italiana. Un altro gruppo di sonate è quello affine alla sonata classica e ad un modello riconoscibile in tre movimenti veloce/lento/veloce. Un altro ancora comprende sonate da un solo movimento: tra queste, la più nota è la sonata in Re minore, che, secondo alcuni fonti, fu conosciuta anche come “Toccata per Cembalo”. Si tratta di un pezzo brillante che non sembra neanche opera dello stesso compositore. La stragrande maggioranza delle sue sonate ha comunque un filo conduttore, lo stile galante, tipico della fine del XVIII secolo; nella musica per tastiera questo stile è caratterizzato da una scrittura musicale che affida alla mano destra i contenuti melodico-tematici e alla mano sinistra l’accompagnamento realizzato spessissimo con il “basso albertino”. Un’altra sonata di un certo interesse è quella in Fa che comprende un Presto dominato dal contrappunto e che si chiude con una Giga dal carattere molto drammatico. L’indicazione di danza, in alcune sonate, non è molto stringente: in molti casi, il ritmo originale della stessa danza, non è neanche rispettato. Un altro pezzo degno di nota è la Sonata in Fa minore il cui primo movimento comprende una modulazione che si muove verso il Re bemolle prima di tornare al tema principale. Questo è piuttosto insolito, sia per il periodo, che per l’autore: non ci si aspetta un pezzo dal carattere così scuro dalla penna di Galuppi.