Schubert – Sonatina D.385 – Violino e Pianoforte

fschubertQuesta composizione è del 1816, anno in cui Schubert lasciò definitivamente l’insegnamento, aspirando a diventare direttore della Scuola di Musica. Nonostante le tante raccomandazioni quel posto fu poi occupato da un altro candidato. La Sonatina per Violino e Pianoforte ha tutte le caratteristiche di un pezzo composto occasionalmente e sembra appartenere per stile e forma al secolo precedente, quasi fosse una composizione mozartiana o addirittura precedente. I due strumenti dialogano in perfetta armonia.

Breve Analisi
  • Allegro
  • Andante
  • Minuetto Allegro
  • Allegro

Il primo tempo, Allegro Moderato, si apre con il pianoforte solo che esegue il primo tema. Gli fa eco subito dopo il violino, con un inciso analogo nella figurazione ritmica ma non nell’andamento melodico. Il violino esegue passaggi caratterizzati da suoni molto distanti e l’intensità che prima era piano, si tramuta in questa zona in un forte energico e risoluto. Il pianoforte, con un motivo questa volta nel modo maggiore, ristabilisce di nuovo la pace. Si tratta di una melodia facile e lineare, in cui la simultaneità del ritmo binario della parte cantabile e del ritmo ternario dell’accompagnamento crea un gradevole effetto di slittamento continuo. Questa volta il violino ripete fedelmente la melodia. Dopo un passaggio concitato, giungiamo alla conclusione della prima parte del movimento, ripetuto solitamente due volte. La seconda parte inizia con un disegno cromatico eseguito simultaneamente dai due strumenti, che seguono però direzioni opposte. Poche battute di collegamento per tornare nuovamente al primo motivo, cui fanno seguito, in una nuova tonalità, gli stessi incisi che hanno costituito la prima parte. Una piccola coda ci riporta infine nell’ambito tonale iniziale in cui il tempo si conclude. L’Andante è un gradevole esempio di secondo tempo della Sonata Classica. Il clima è sereno e contemplativo; una melodia cantabile e dolcemente intima viene eseguita, ora dall’uno ora dall’altro strumento, in un’armonia priva di qualsiasi antagonismo. Il violino e il pianoforte procedono fianco a fianco senza incertezze per tutto il brano. Un breve Minuetto, elegante e grazioso, ci distoglie da quelle immagini di serenità per riportarci nel clima più brioso in cui si inserisce l’Allegro finale. Il primo motivo è “cantato” dal violino, mentre il pianoforte accompagna con brevi arpeggi; il secondo motivo è invece eseguito dal pianoforte solo. Il violino tace, per riprender poi la parola nella ripetizione dell’inciso, in cui i due strumenti procedono all’unisono. Durante il corso del pezzo, caratterizzato dal guizzante accompagnamento in terzine, un altro motivo si alterna ai primi due. Una breve coda, costruita parafrasando il primo motivo, chiude la sonatina.
L’analisi di pezzi come questo si rivela interessante per una migliore comprensione dell’opera di Schubert nel suo complesso. Figlio della tradizione, come questa sonatina conferma, il compositore seguì poi il proprio genio, assoggettandovi le convenzioni. Ed è senz’altro più semplice comprendere in cosa consistono le novità e le arditezze stilistiche del nostro autore accostandoci a composizioni, diciamo pure, accademiche, come questa.

 

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