Mendelssohn – Concerto per Violino e Orchestra Op.64

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Breve Analisi del Concerto Op.64 in Mi minore

Questa opera è divisa in tre movimenti sebbene il terzo contenga due idea distinte, tali da far pensare a due movimenti in uno.

  • Allegro molto appassionato
  • Andante
  • Allegretto non troppo – Allegro molto vivace

Primo Movimento – Allegro molto appassionato

Nel primo movimento, Allegro molto appassionato, il tema viene affidato immediatamente al violino che si lancia in spericolati passaggi virtuosistici; anche quando riprende il secondo tema, eseguito la prima volta dai legni, più quieto e pensoso del primo, lo rende intenso e fremente con il ricorso a inaspettati suoni sovracuti. Il movimento procede secondo lo schema classico della forma-sonata anche se con qualche novità: la collocazione della cadenza, per esempio, è posta al termine dello sviluppo ed è utilizzata, con la ripetizione degli arpeggi conclusivi, per riattaccare con la ripresa. Con un accelerando in cui il violino esegue passaggi difficilissimi, in terza e in sesta, giunge a termine il primo tempo.

Secondo Movimento – Andante

L’Andante inizia con un bellissimo effetto d’eco tra legni e fiati che si “sollecitano”, vicendevolmente, uno dopo l’altro, con un esitante intervallo di semitono ascendente, con un’atmosfera che pone quasi un interrogativo. Il primo tema, eseguito dal violino su un accompagnamento di soli archi, è una melodia ampia, dolce e consolatoria, di un lirismo appassionato. Il secondo tema, più truce, è annunciato da legni e violini: con l’alternanza episodica di queste due idee tematiche si evolve questa pagina intensa.

Terzo Movimento – Allegretto ma non troppo/Allegro molto Vivace

L’Allegretto non troppo, più che un vero e proprio movimento, data la sua brevità, sembra piuttosto un’introduzione al quarto e ultimo movimento (che di fatto non esiste come tale). Il suo tema richiama quello con cui si apriva l’Allegro iniziale, di cui ha lo stesso profilo ritmico. Nella seconda parte, un Allegro molto vivace, Mendelssohn esalta al massimo le capacità virtuosistiche del violino; in più di un’occasione l’orchestra tace o è ridotta al minimo, mentre il solista si lancia in passaggi spericolati, arditi e senza requie. Probabilmente il fatto che Mendelssohn avesse vicino un grande talento violinistico quale Ferdinand David lo stimolò ad arricchire il concerto di difficoltà e a mettere in adeguato risalto le doti dell’amico.

 

Contesto storico del concerto

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