La Sonatina – Una piccola Sonata?

Una Sonata “meno impegnativa”

sonatine x pianoforte

Il nome stesso descrive questa forma musicale, indicandola letteralmente come “piccola sonata“. Al di là della ovvia considerazione appena fatta, questo termine non ha, di per se, un significato rigoroso, ma è piuttosto una etichetta applicata dal compositore ad un pezzo che conserva la struttura della “forma-sonata”, ma lo fa in un modo tecnicamente più elementare, ovvero meno legato alla forma e, come è naturale pensare, di minori dimensioni sotto il profilo della durata.

Il termine “sonatina” cominciò ad essere usato nel XVIII secolo, ovvero già nel tardo-Barocco. Come esempio possiamo citare una composizione clavicembalistica attribuita a Georg Friedrich Händel. Vi sono poi alcune composizioni, come le Sonate op. 49 n. 1 e n. 2 di Ludwig van Beethoven, intitolate “leichte Zwei Sonaten für das Pianoforte” (due piccole sonate per pianoforte), impropriamente definite “sonatine” vista la struttura tecnica e formale, nonostante il compositore non le abbia private dell’appellativo, forse più nobilitante, di “sonate”.

Il termine sonatina non viene adoperato esclusivamente per designare realizzazioni per strumenti a tastiera, ma molti musicisti, in periodi diversi in termini storici, lo citano anche per strumenti di altro genere, fra i quali: Antonín Dvořák (Sonatina per violino e pianoforte in sol maggiore), Malcolm Arnold (Sonatina per clarinetto) o Pierre Boulez (sonatina per flauto e pianoforte).

Molti celebri compositori, soprattutto appartenenti al periodo classico, dal quale derivano le prime testimoniane del genere, hanno lasciato numerosi esempi, specie finalizzati a scopi didattici e formativi.

Nell’immaginario le “Sei Sonatine per Pianoforte, op. 36” di Muzio Clementi, le sonatine op. 55 ed op. 88 di Friedrich Kuhlau ed op. 151 e 168 di Anton Diabelli sono divenute il riferimento dei primi anni di studio pianistici.

Per questa ragione, la sonatina in quanto genere a se stante, si contraddistingue per via delle sue esemplificative peculiarità tecniche e per le sue finalità meramente formative dalle forme ad essa similari.

Ciò è stato realizzato soprattutto smussando alcuni caratteri della sonata propriamete detta, quali la lunghezza, la difficoltà tecnica e il tono grave.

Essa rispecchia la tradizionale “forma sonata” in maniera sensibilmente abbreviata, talora minimizzando lo sviluppo del tema; l’esposizione è seguita da un ponte tematico che riconduce ad una ricapitolazione del tema originario.

I movimenti successivi, al massimo due, di solito sono appartenenti alle forme più comuni del tempo: un minuetto o uno scherzo, una lenta variazione su tema, oppure un rondò.

Anche fra i moderni compositori la sonatina è una forma musicale molto consolidata, fra esse ricordiamo: le Sei Sonatine di Ferruccio Busoni (1910-21), la Sonatina su temi rumeni di Béla Bartók (1915), la spiritosa “Sonatine bureàucratique” di Eric Satie (1917).

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