Il Violoncellista
Il grande musicista russo Mstislav Rostropovich è morto in un ospedale di Mosca, a ottant’anni, dopo una lunga malattia. Considerato il più grande violoncellista della nostra epoca, l’artista che, dopo il leggendario Pablo Casals, ha saputo al meglio esprimere le qualità e le potenzialità del suo strumento. E’ stato anche un celebre direttore d’orchestra e compositore ed è ricordato anche come uno dei più strenui oppositori del regime sovietico; amico dello scrittore Alezander Solzhenitsyn, che ospitò a casa sua per quattro anni, e del compositore Dimitri Shostakovic, che fu anche suo maestro e gli dedicò alcune composizioni. Il grande pubblico, poi, quello digiuno di musica classica, lo ricorda come l’artista che l’11 novembre 1989 suonò davanti al muro di Berlino che crollava, gesto nobile e sentito, memorabile, per festeggiare la fine della guerra fredda.
Il Concerto
Il Concerto n.2 di Joseph Haydn per violoncello ed orchestra fu composto nel 1783. Haydn lo compose per il violoncellista Antonín Kraft, che a quel tempo era uno dei violoncellisti dell’Orchestra del Principe Esterházy. Benchè l’autenticità del pezzo venne messa in discussione la maggiorparte degli esperti oggi credono il contrario anche grazie alla firma ritrovata sul manoscritto nel 1951 dello stesso Haydn. Questo concerto è più lirico e disteso se confrontato al primo dello stesso autore in Do maggiore, ma non per questo meno difficile nella parte del solista.
Primo Movimento – Allegro Moderato
Il primo movimento comincia subito esprimendo un senso di quiete che si può definire rilassante, quasi riposante. Tuttavia, il pezzo entra velocemente nella fase dello sviluppo, dove si scopre un altro tema, costruito su quello di apertura, ed è un po’ più mosso. Alla fine del movimento, ecco riproporsi il tema iniziale, quello principale.
Secondo Movimento – Adagio
Nel secondo movimento, si passa all’accordo di Dominante, La Maggiore. Questo è uno dei movimenti più lenti che l’autore abbia mai scritto. Da notare come nello sviluppo del secondo movimento Haydn inserisca un piccolo episodio musicale in Do Maggiore che si presenterà come un paesaggio inaspettato quasi immaginato per brevi momenti per poi lasciare nuovamente spazio al paesaggio musicale iniziale.
Terzo Movimento – Rondò
Il movimento finale è il più breve, in forma di Rondò, ed in esso spicca un episodio musicale cantato nella tonalità di La maggiore con una più sobria digressione in Re minore. Il tutto finisce con l’affermazione di un pensiero allegro, meno virtuoso del relativo movimento del primo concerto in Do ma altrettanto brillante.