Il concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in re minore, op. 30 di Sergej Rachmaninov è una composizione del 1909, ed è una delle più note del repertorio per pianoforte e orchestra. Concerto d’impostazione tardo-romantica, dalle affascinanti melodie, magniloquente nell’espressione, deve una parte della sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, in quanto richiede al solista una solidissima tecnica virtuosistica e molta resistenza. Sebbene i singoli episodi pianistici, pur molto impegnativi sulla scia del virtuosismo trascendentale tardo-ottocentesco d’ispirazione lisztiana, non raggiungano singole vette di insostenibile difficoltà tecnica, la loro somma nell’insieme, la costante e quasi ininterrotta presenza del pianoforte, la sua spiccata evidenza rispetto alla tessitura orchestrale e la notevole lunghezza ne fanno nel complesso uno dei più impegnativi concerti dell’intero repertorio pianistico, probabilmente il più difficile del repertorio correntemente eseguito, assieme al celebre Concerto n.2 di Johannes Brahms ed al concerto n.2 di Sergej Prokof’ev.
Questo concerto è quindi sia un usuale ed agognato banco di prova dei giovani aspiranti virtuosi, sia un cavallo di battaglia di affermatissimi pianisti del passato e del presente, uno su tutti, Vladimir Horowitz, che ne sancì la fama negli anni trenta. È uno dei brani che vantano il maggior numero di incisioni discografiche in assoluto.(Wikipedia)