Mozart, oltre a concludere un’epoca, è il messaggero di una nuova era artistica: l’aggraziata scrittura rococò si trasforma nell’armoniosa temperie dello stile del classicismo viennese. Una maestria infallibile, talvolta travestita di semplicità, gli permise alla stessa eccezionale altezza tutte le forme e tutti i mezzi sia vocali sia strumentali e di creare una sfera emotiva dove il melodramma si nutre di sinfonismo, potenziando il canto, anzichè opprimerlo, e apparentando le opere teatrali ai concerti per pianoforte e orchestra in una sintesi mai più raggiunta. La musica di Mozart, ben lontana dalla fanciullesca inconsapevolezza che la critica romantica volle attribuirle, si fonda al contrario su precise scelte estetiche e ideologiche e, in molte pagine, è solcata da ombre profonde e da inquietudini di stampo preromantico. (cit.)