Il Requiem di Mozart

L’incompiuta e il misterioso committente

requiem09-5 La Messa di Requiem in Re minore K.626 è l’ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart.
L’opera è legata alla vicenda della sua morte, che avvenne il giorno successivo il completamento del Dies Irae. Qualcuno ipotizzò di un anonimo committente che incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane la Messa da Requiem, dietro compenso. Mozart tentò di scoprire chi si celasse dietro il misterioso committente, ma quando le forze cominciarono a mancargli, non riuscendo nel suo intento, si convinse, mestamente, che la Messa su cui stava infondendo le sue ultime energie sarebbe stato il suo stesso Requiem. Allo scadere delle quattro settimane (pattuite), un uomo si presentò per ritirare la composizione, scoprendo che Mozart non aveva ancora scritto la nota finale. Offrì ancora soldi e una deroga alla scadenza precedente. Questa volta tutto risultò vano, Mozart si spense a causa della febbre e per un’insufficienza renale, lasciando l’opera incompiuta.

Che l’uomo misterioso fosse il suo nemico di sempre Antonio Salieri è tra le ipotesi ancora oggi accreditate, ma il mistero vive ancora. Constanze, la moglie di Mozart, una volta rimasta vedova, delegò il completamento del Requiem a tre allievi di Wolfgang, affinché questi potessero meglio avvicinarsi agli intenti originali e potessero concludere, verosimilmente, come avrebbe fatto lo stesso Mozart. Joseph Eybler, Franz Freistädler e, infine nel 1800, Franz Xaver Süssmayr, che diede l’apporto più rilevante all’opera finale, possono scrivere il loro nome (molto in piccolo) in questo capolavoro senza tempo.

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