Nell’Opera del Seicento era molto comune alternare episodi seri e comici, sebbene in seguito alle riforme di Zeno e Metastasio l’elemento comico venne cassato perché giudicato irrilevante nell’economia della trama e incongruo rispetto allo stile, tragico. A partire dalla prima metà del Settecento si assistette a una totale diversificazione dei due generi, che continuarono a svilupparsi parallelamente senza alcuno scambio reciproco. L’Opera Comica si diffuse in Europa assumendo connotazioni territoriali ben specifiche. In Italia nacque l’Opera Buffa, in Francia l’Opéra Comique e in Inghilterra la Ballad Opera; successivamente, nella seconda metà del Settecento, in Germania si scriveva il Singspiel e in Spagna la Tonadilla. Tutte queste forme avevano inizialmente degli elementi in comune, l’umiltà delle loro origini, evidenziata attraverso soggetti poco impegnati, leggeri o persino farseschi, presi dal teatro popolare o dalla vita quotidiana della gente comune, che offrivano spunti per i più svariati episodi comici. In comune avevano anche una interpretazione meno accurata affidata spesso a cantanti mediocri e ad attori scadenti. Eccezion fatta per l’Opera Buffa italiana tutte le altre facevano uso di dialoghi parlati, e tutte indistintamente parodiavano l’Opera Seria servendosi di uno stile musicale semplice e di facile comprensione. Nel corso del secolo tutte subirono un cambiamento di carattere, e i temi affrontati non furono più farseschi ma legati alla commedia borghese. In questo processo di cambiamento si registrarono nuove evoluzioni sia nei libretti sia nella musica, tanto che alla fine del secolo l’originale distinzione fra Opera Seria e Opera Comica aveva perduto completamente ogni significato. Nella fase iniziale l’Opera Comica era considerata alla stessa stregua di uno spettacolo da circo; nel giro di cinquant’anni conquistò la stessa rispettabilità e importanza dell’Opera Seria e nei cinquant’anni successivi dominò la scena internazionale.