La Musica di Arvo Pärt possiede un fascino unico, contraddistinto dall’apparente semplicità e da una certa familiarità. La sua è una Musica che potrebbe essere stata scritta secoli fa. Quando si crede di saperne cogliere il soffio ispiratore, restano oscuri il nucleo a la struttura compositiva. Musica minimalista, legata allo spirito, alla sofferenza, alla fede; tutti accostamenti possibili, che tuttavia, dopo un’analisi più approfondita, non rappresentano completamente il suo stile.
Per definire la Musica di Pärt può essere utile partire dal canto gregoriano e dall’eterofonia medievale, per poi passare a Sati e Janécek, fino ad arrivare alla musica liturgica di Stravinsky. Questo non significa trovare dirette influenze di questi autori ma ci dà dei riferimenti possibili.
Qualcuno ha anche attribuito alla Musica di Pärt un carattere gotico, nonostante questo termine sia più spesso associato alle arti visive. Il punto è che la sua Musica è semplicemente la sua Musica. Le affinità con la musica medievale o con il minimalismo del novecento, sono l’effetto collaterale della “tintinnabula”, il metodo da lui definito, che trae origine dallo studio delle risonanze delle campane e della creazione di uno stile totalmente nuovo e radicalmente diverso sia dal gotico che dal minimalista.