Fratres (Fratelli) è una bellissima composizione di Arvo Pärt in cui possiamo ritrovare molti aspetti dell’idioma musicale minimalista.
Il compositore estone, dopo aver sperimentato generi diversi, dal neoclassicismo alla musica dodecafonica, si identifica col minimalismo, sviluppando lo stile che egli stesso definì tintinnabuli (dal latino tintinnabulum – Una campana), ispirato alle sue esperienze mistiche con la musica del canto.
Pärt stesso scrisse: “Il complesso e sfaccettato mi confonde e devo cercare l’unità. Cos’è, questa cosa, e come faccio a trovarla? Le tracce di questa cosa perfetta appaiono in molte forme e tutto ciò che non è importante cade. La tintinnabulazione è così … Le tre note di una triade sono come campane. È per questo che lo chiamo tintinnabulazione”.
Fratres è una musica in tre parti, senza strumentazione fissa. Fratres è una serie ipnotizzante di variazioni su un tema di sei battute che combina l’attività frenetica e la calma sublime, dove l’istante e l’eternità si confrontano, dentro di noi, incessantemente.
Fratres è un grande esempio di musica minimalista in cui esperienza e idiomi musicali convivono in una struttura armonica ridottissima, che richiama secoli passati, che sembra delineare un tratto dello spazio infinito, che include come uno sfondo, immutabile, sempre uguale. Solo l’uso di semplici figure ritmiche, di melodie retrograde e accordi re-espressi offre una deviazione sufficiente dalla idea iniziale in grado di mantenere vivo l’ascolto e suscitare le più profonde emozioni.
La versione originale di Fratres fu composta nel 1977 per quartetto d’archi e quintetto di fiati, ma diverse versioni videro la luce negli anni successivi, con l’intento, verosimilmente, di estrapolare il brano dalla sua “fisicità”, dalla peculiarità degli strumenti, per sublimarne lo spirito, per evidenziarne la vera essenza. Con la tintinnabulazione, Pärt sospinge le campane mistiche dentro di noi, e trasporta nel luogo della contemplazione, con i sottili cambiamenti, sul placido scorrere del tempo.