Gravity è un film di fantascienza scritto, diretto e prodotto da Alfonso Cuarón. Ennesima occasione in cui Musica e Cinema si incontrano e dove le immagini e le note combaciano perfettamente, come se si conoscessero da sempre. Questa volta la Musica di Arvo Pärt (Spiegel im Spiegel) è lo sfondo sonoro in cui galleggiano gli astronauti Stone e Kowalsky (Sandra Bullock e George Clooney). Nel vuoto dello spazio cosmico è il silenzio a regnare, ma ci sono le emozioni degli astronauti che si fanno sentire, che hanno bisogno di essere accompagnate e sostenute; ecco perchè, forse, non è il silenzio la “musica” da abbinare. Il film racconta una storia probabile, che ci ricorda che siamo uomini, piccoli, fragili, che nel reciproco sostegno trovano la forza per esistere e resistere. Il brano scritto da Arvo Pärt nel 1978 è il classico esempio di musica minimalista: è un riflesso infinito, “Spiegel im Spiegel” (Specchio nello Specchio). Inizialmente pensato per pianoforte e violino, ma successivamente riadattato in diverse forme: oggi ne esistono versioni anche per contrabbasso, clarinetto, flauto etc etc. Composto in Fa maggiore, in un tempo di 6/4, fortemente “diluito”, con il pianoforte che insiste su un semplice arpeggio di semiminime mentre il violino sale e scende lentamente la scala di Fa come se non dovesse o volesse finire mai.