Dmitri Shostakovich – Concerto per Violino n.1, Op.77

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A differenza di altri lavori dello stesso autore, questo concerto non si basa sul modello della forma sonata sinfonica, ma piuttosto, almeno apparentemente, ai modelli delle antiche suites strumentali, non solo per essere in quattro tempi anziché nei tre tradizionali, quanto per la suddivisione e nella scelta dei quattro movimenti. Sebbene il concerto si allontani dalla struttura tipica non ne perde la sostanza, non si discosta dal tradizionale concerto solistico basato sul dialogo tra lo strumento solista e l’orchestra nel quale il primo si avvantaggia nell’esibire le proprie capacità espressive.

Il primo tempo, Notturno, è probabilmente il più complesso del concerto, e in esso é possibile riscontrare un certo influsso bartokiano. Di carattere prevalentemente melodico, conformemente allo spirito della forma di «suite», non si ritrova tanto la contrapposizione dialettica di due temi contrastanti quanto il procedere di un unico motivo che viene più volte trasposto.

Lo Scherzo è formato da due sezioni. Una prima dal ritmo ternario, in cui traspare la contrapposizione tra solista e orchestra in cui la componente orchestrale è ridotta ad una linea melodica su cui il violino innesca la sua sequenza tematica. Due temi che si rincorrono fino a diventare una danza dai toni leggeri e brillanti dal gusto che in qualche modo richiama Prokofiev. La seconda sezione è un Trio in diversa tonalità che porta velocemente alla conclusione.

Il terzo tempo è una Passacaglia basata su un tema che accompagna in forma di «ostinato» otto variazioni; ogni successiva variante viene sovrapposta via via alle precedenti dando luogo ad una concatenazione imitativa che si dirada fino all’assoluto silenzio dal quale emerge una notevole Cadenza dello strumento solista che riassume con virtuosismo il materiale tematico esposto in precedenza.

Il quarto ed ultimo movimento è la Burlesca finale. Si tratta di una forma mutuata da alcune Suites di Bach e che inizia con un “Allegro con brio” che poi si tramuta in un vertiginoso “Presto”. Un movimento in cui il violino si esibisce in brillanti passaggi assecondato dall’orchestra che accompagna esaltando il ritmo e sottolineando il carattere danzante e sfrenato della musica che punta a “divertire l’ascoltatore”.

Alla fine ritorna la Passacaglia, affidata al violino solo, mentre l’orchestra sostiene con la ritmica che ha caratterizzato tutta la Burlesca e che rapidamente porta alla chiusura.

 

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