Shostakovich – I Concerti per Violino

shostaI due Concerti per Violino di Shostakovich sono due opere originariamente scritte per David Oistrakh; composti con diversi anni di distanza l’uno dall’altro, sono tra le opere più potenti e personali del compositore.

Il Concerto n.1 fu scritto durante l’ondata di antisemitismo in Unione Sovietica e venne mostrato in anteprima solo dopo la morte di Stalin. L’opera è dedicata al celebre violinista David Oistrach ed è una dedica che dice assai più di quanto si possa pensare a prima vista. Shostakovich, infatti, dal 1933 non si avvicinava più al concerto solistico, in quel caso per pianoforte, ed è quindi da credere che l’apparizione dell’astro virtuosistico di Oistrach sia stata determinante per spingere il musicista sovietico a mettere mano a questa composizione e anche a condizionarne il linguaggio con l’inserimento virtuosistico del solista.

Il Concerto n.2 è un grande esempio del tardo periodo di Shostakovich e comprende citazioni da opere precedenti dello stesso autore.

David Oistrakh disse dei concerti: “Ho suonato i magnifici concerti per Violino di Shostakovich in molti paesi e con grande piacere; sono molto diversi l’uno dall’altro. Mi sarebbe difficile trovare qualcosa che hanno musicalmente in comune”.

Shostakovich si formò artisticamente nel clima caldo dei primi anni postrivoluzionari, e si ritrovò presto nelle correnti di rinnovamento della cultura sovietica, ponendo il suo indubbio talento musicale alla ricerca di nuove strade, delle quali sono vìva testimonianza le opere «Lady Macbeth di Mtsensk» e «Il naso» oltre alle opere strumentali di quello stesso periodo tra le quali spiccano le prime «Sinfonie».

La sua opera subì presto aspre critiche da parte dei massimi dirigenti politici del suo paese che interpretarono severamente l’ironia che pervadeva le sue composizioni. Seguì presto la decisione di togliere dai cartelloni dei teatri e dalle sale da concerto dell’Unione Sovietica le opere criticate pubblicamente.

E’ nel rapporto dialettico tra tradizione e innovazione e nel rifiuto delle più avanzate esperienze linguistiche europee che deve essere inquadrato il Secondo Concerto per violino e orchestra.
La divisione in tre tempi di questo Concerto lo avvicina ai modelli della grande musica romantica; la semplicità dei mezzi espressivi, nell’orchestra mancano trombe e tromboni, ripropone i modelli ottocenteschi; il primo tempo rispetta le regole della tradizione, con la forma di sonata; la maestria dello sviluppo tematico con lo scontro tra temi diversi è una caratteristica fondamentale della musica strumentale tradizionale.

E’ quindi in questa chiave, dove l’elemento tradizionale prende il sopravvento sull’elemento dell’innnovazione che va ascoltato questo Concerto, la cui invenzione tematica e armonica fu sicuramente condizionata dalla volontà di fornire a Oistrach una partitura con la quale esaltare le sue migliori caratteristiche di virtuoso.

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