Daniel François Esprit Auber nacque a Caen, il 29 gennaio 1782.Figlio di un venditore di stampe parigino, destinato dal padre al commercio di stampe, gli fu concesso tuttavia di indulgere alla sua passione per la musica: imparò a suonare diversi strumenti in tenera età dal compositore tirolese Josef Alois Ladurner (7 marzo 1769 – 20 febbraio 1851). Compiuti i vent’anni, venne inviato a Londra dal padre a completare gli studi finanziari; fu costretto a lasciare l’Inghilterra a causa dello sfacimento del trattato di Amiens nel 1804. Aveva già mosso i primi passi verso la composizione, e già prodotto diversi “concertos pour basse”, alla maniera del violoncellista Lamarre, nel cui nome vennero pubblicati. I complimenti ricevuti per il suo Concerto per Violino, che venne eseguito al Conservatoire de Paris da Jacques Féréol Mazas, lo incoraggiarono a rimettere mano a una vecchia opera buffa, Julie, nel 1811. Conscio della necessità di uno studio regolare nell’arte da lui scelta, si mise sotto il severo insegnamento di Luigi Cherubini, grazie al quale le capacità del giovane compositore vennero considerevolmente sviluppate.
Nel 1813 la reazione sfavorevole al suo debutto operistico, con “Le séjour militaire”, mise fine per qualche tempo ai suoi tentativi come compositore. Ma il fallimento aziendale e la morte del padre, avvenuta nel 1819, lo spinsero ancora una volta verso la musica, e a fare di essa il suo mestiere. Scrisse un’altra opera, “Le testamente et les billets-doux”, ma la reazione della critica non fu migliore della precedente. Tuttavia perseverò: venne premiato dal successo di “La bergère châtelaine”, un’opera in tre atti. Fu l’inizio di una lunga serie di brillanti successi. Nel 1822 cominciò la sua lunga associazione con il librettista Eugène Scribe; “Leicester”, la loro prima collaborazione, è importante anche per le evidenti influenze di Gioacchino Rossini. Nonostante alcune similitudini, il suo stile era marcatamente individuale, caratterizzato da leggerezza, vivacità, grazia, eleganza e chiarezza; tipicamente francese.
Auber raggiunse il suo massimo trionfo musicale con “La muette de Portici”, conosciuta anche col nome del suo eroe, Masaniello. Dopo la prima a Parigi, nel 1828, quest’opera diventò rapidamente un successo in tutta Europa, e la sua ouverture e le sue arie risuonavano ovunque. Il duetto “Amour sacré de la patrie” fu accolta come una nuova Marsigliese; la tradizione vuole anche che l’esecuzione a Bruxelles del 25 agosto 1830, con Adolphe Nourrit nel ruolo del tenore, causò la rivolta che si sarebbe poi evoluta nella “Rivoluzione belga” che scacciò gli olandesi.
Vari riconoscimenti testimoniarono l’apprezzamento del pubblico per le composizioni di Auber. Nel 1829 fu eletto membro dell’Istituto, l’anno successivo fu nominato direttore dei concerti di corte, e, nel 1842, per volere di Luigi Filippo, successe a Cherubini come direttore del Conservatoire. Fu anche membro della Legion d’Onore dal 1825, dove raggiunse il livello di commendatore nel 1847. Napoleone III fece di Auber il Maître de Chapelle imperiale nel 1857. I suoi modi affascinanti, la sua parlata abile, e la sua sempre disponibile gentilezza e beneficenza conquistarono per lui un posto sicuro nel rispetto dei suo concittadini. Rimase nella sua vecchia casa durante l’assedio tedesco di Parigi, 1870-71, ma le miserie della Comune di Parigi che seguì lo fecero ammalare: morì a Parigi il 13 maggio 1871.
Oggi, la strada che porta all’Opéra di Parigi, così come la stazione RER più vicina, sono a lui intitolate.
(Tratti da Wikipedia)