Concerto per Cembalo, Violino, Flauto, Archi e Continuo BWV 1044
La composizione si richiama alla forma del Concerto Grosso con il consueto alternarsi della sezione solista, costituita da flauto, cembalo e violino, con il ‘tutti’ dell’Orchestra d’archi.
L’Allegro iniziale attacca baldanzoso con l’orchestra che scandisce il tema, fluido e martellante, con un ritmo uniforme. Quando vengono introdotti i solisti, assistiamo a un vero e proprio dialogo affettuoso, in cui flauto e violino, più liberi di spaziare, si muovono sostenuti dall’infaticabile clavicembalo. L’orchestra viene coinvolta di lì a poco, e insieme con i tre solisti esegue un passaggio a canone assai interessante. Di nuovo il clavicembalo, che si produce in una narrazione fluente e preziosa, punteggiata qua e là da brevi suoni acuti del flauto e interventi in pizzicato del violino. La conclusione giunge vigorosa, con l’emergere del tema da suoni più gravi fino alle estremità acute in uno slancio di vitalità.
L’Adagio ma non tanto dolce è affidato esclusivamente ai tre solisti: prima il flauto poi il violino e infine il clavicembalo eseguono la melodia principale accompagnati da altri due strumenti. L’atmosfera è quieta e serena, e in un clima di perfetta armonia e pacificazione giunge il finale dove viene abbandonato, seppur per un attimo, il ricercato disegno contrappuntistico per lasciar posto alla totale identità dell’unisono.
Alla breve è il terzo e conclusivo movimento in cui troviamo un’atmosfera affine a quella del primo tempo. Un ‘tutti’ perentorio e austero apre questa splendida pagina in cui il clavicembalo emerge rispetto agli altri due solisti che spesso suonano con l’orchestra. L’alternanza tra cembalo solista e orchestra viene riproposta più volte, inframezzata da sezioni in cui tutti gli strumenti suonano simultaneamente. Una cadenza cembalistica vivace e animata ci preannuncia la conclusione che sopraggiunge con un ‘tutti’ deciso e privo di incertezze.