L’opera, una delle più rappresentative dell’ultimo Wagner, fu presentata per la prima volta a Bayreuth il 26 luglio 1882; era volontà dell’autore che non venisse allestita in nessun altro teatro del mondo, sebbene nel 1903, il Metropolitan di New York decise ugualmente di metterla in scena, incontrando l’opposizione decisa della vedova. Mai come in questo caso il Preludio coinvolge lo spettatore e lo prepara “spiritualmente” a quanto accadrà di lì a poco sulla scena. Il preludio, costruito su tre motivi fondamentali che ritornano nel primo atto, è continuamente pervaso da un profondo misticismo. Il primo tema, sacro e solenne, è quello dell’ultima cena dei cavalieri, che Wagner ci propone quattro volte di seguito. Il secondo tema è la melodia dell’Amen di Desdra su cui i cavalieri intoneranno un inno nel corso del primo atto. Il terzo è quello dell’invocazione dei cavalieri che nel primo atto accompagnerà le parole: “O eterno amor! Al redentor la pia colomba invita, Dono divin, gustate il vin e il pane della vita!”. L’atmosfera è vibrante, carica di emozione, il cromatismo è in alcuni momenti così vivo da far presagire la dissoluzione della tonalità che caratterizzerà le correnti musicali del secolo. Sulle note sempre più flebili e acute del primo tema, quasi un’ascesa verso il paradiso, si chiude questa straordinaria pagina wagneriana.
Dal 1914, anno in cui sono decaduti i diritti d’autore, Parsifal viene rappresentato liberamente in tutti i teatri d’Europa e del mondo.