Il dramma più grande spesso si svolge nella profondità del cuore dell’uomo
Questa pagina sublime apre una della più celebri e amate opere di Verdi, Aida. Scritta per festeggiare l’inaugurazione del Canale di Suez nel 1870 su commissione del viceré d’Egitto. A causa del conflitto franco-prussiano si ritardò nell’allestimento dell’opera e la prima si svolse un anno più tardi nella capitale egiziana il 24 dicembre 1871.
Il Preludio si muove sul “pianissimo” ed è appena percettibile. Malinconico, struggente, intimo e profondo, ci lascia subito intuire che il dramma più grande spesso si svolge nella profondità del cuore dell’uomo, le cui gesta o vittorie sono in molte occasioni pagate a caro prezzo. Solo in un punto la voce dell’orchestra si leva con forza facendoci presagire la triste storia che sarà narrata, poi di nuovo le sonorità si assottigliano sino a un pianissimo con quattro “p”. La salvezza si trova nei sentimenti veri, quelli che vanno oltre le leggi ingiuste e oltre la morte stessa. E, come l’ultimo canto di Aida a Radames che abbracciati attendono la morte, anche il Preludio conclude scemando, con una lenta ascesa verso l’acuto.