“Signori badate a questo passo” (Tommaso Traetta)
E’ stato un compositore italiano vissuto nel XVIII secolo appartenente alla Scuola Napoletana. Dotato di enorme genio drammatico, pieno di vigore nell’espressione dei sentimenti appassionati, ardito nelle modulazioni e più incline dei musicisti italiani del suo tempo a far uso dell’armonia cromatica della scuola tedesca, Traetta sembra aver concepito la musica di teatro dal punto di vista dal quale Gluck si è posto qualche anno più tardi, a parte la diversità nelle tendenze melodiche che sono più evidenti nelle opere del compositore italiano.
Nel patetico, Traetta raggiunge talvolta il sublime, come si può vedere nell’aria di Semiramide che è stata inserita nel “Methode de chant du conservatoire de Paris”. Talvolta dimenticava che il gusto dei suoi compatrioti rigettava allora questi accenti energici, e che essi preferivano la melodia pura al dividere la loro attenzione tra la melodia e l’armonia, ma quando percepiva nel suo uditorio la fatica di questa attenzioni, durante le prime messe in scena, nelle quali sedeva al clavicembalo, aveva l’abitudine di rivolgersi agli spettatori dicendo: “Signori, badate a questo passo”, e il pubblico applaudiva quasi sempre a questa espressione ingenua di orgoglio dell’artista.
Traetta è stato anche compositore di Musica Sacra. Si sono trovati nel conservatorio di Napoli, uno Stabat Mater a quattro voci e orchestra, così come due lezioni per le mattine di Natale ed una parte della Passione secondo San Giovanni. Per le “Figliole” dell’Ospedale dei Derelitti (Ospedaletto) a Venezia, si sa che scrisse un oratorio in lingua latina intitolato Rex Salomon, quattro Antifone mariane per voce solista, archi e basso continuo (Biblioteca Universitaria di Amburgo)un Miserere a 3 voci, archi e continuo (in una fonte attribuito problematicamente a Sacchini) e numerosi mottetti solistici andati perduti. Una Messa a quattro voci con orchestra si trova presso il Conservatorio di Firenze. Un’altra Messa a 5 voci con trombe e archi è andata distrutta in Germania nel corso della seconda guerra mondiale.
Ma di certo la sua produzione più prolifica e conosciuta è quella delle Opere
- Farnace – Napoli 1750
- I pastori felici – ivi – 1753
- Ezio – Roma 1753
- Le nozze contrastate – 1754
- Il buovo d’Antona – Firenze 1756
- Ippolito e Aricia – Parma 1759
- Ifigenia in Tauride – Vienna 1759
- Stordilano, principe di Granata – 1760
- I Tindaridi – Parma 1760
- Armida – Vienna 1760
- Sofonisba – Mannheim 1761
- La francese a Malaghera – 1762
- Alessandro nell’Indie – Reggio Emilia 1762
- Didone abbandonata – 1764
- Semiramide riconosciuta – 1765
- La serva Rivale – 1767
- Amore in trappola – 1768
- L’isola disabitata – 1769
- L’Olimpiade – 1770
- Antigone – 1772 (Il titolo esatto in realtà e Antigona)
- Germondo – 1776
- l cavaliere errante – 1777
- La disfatta di Dario – 1778
- Artenice – 1778