Le peculiarità di Campra erano sensibilità ed eleganza melodica, tipiche dello stile musicale della scuola italiana, unite alle nuove tendenze del modello francese che ebbe in Lully e Rameau i massimi esponenti del periodo. Il suo talento gli consentì di ritagliarsi uno spazio degno di nota tra due colossi: i suoi lavori suscitarono sempre consenso tra il pubblico.
Molte sue opere comprendono diverse pagine in italiano, e tra questa ebbe particolare rilievo “Les fêtes vénitienes” del 1710. La sua produzione più ricca fu quella dei Melodrammi e per questa passione abbandono l’abito talare ed i voti, che poi riprenderà in tarda età.
I suoi Melodrammi sono di seguito elencati in ordine cronologico:
- L’Europe galante, (1697);
- Hésione, (1700);
- Tancrède, (1702);
- Télémaque, (1704);
- Alcine, (1705);
- Iphigénie en Tauride, (1708);
- Hippodamie, (1708);
- Les Fêtes vénitiennes, (1710);
- Idoménée, (1712);
- Télèphe, (1713);
- Énée et Didon, (1714);
- Camille, reine des Volsques, (1717);
- Achille et Déidamie, (1735);
Non dimenticò mai le sue origini clericali e anche la produzione di Musica Sacra registrò opere degne di questo nome:
- Trois livres de cantates, 1708, 1714 e 1728;
- Nisi Dominus, 1722;
- Requiem, 1723;
- Motets pour la Chapelle royale, 1723-1741;