Giacomo Puccini è la principale figura dell’Opera italiana nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Raggiunse la fama con l’opera Manon Lescaut, rappresentata per la prima volta nel 1893, sebbene oggi il suo nome è principalmente legato a tre opere successive: Bohème (1896), Tosca (1900) e Madame Butterfly (1904).
Bohème è un’opera sentimentale, con tocchi di realismo drammatico, su libretto tratto da “Scènes de la vie de Bohème” di Henri Murger; Tosca narra di crimine e di lussuria attraverso pagine musicali di rara bellezza; Madame Butterfly è la storia di un amore straziante ambientata in Giappone.
In ogni opera emerge la sensualità e l’ardente luminosità della linea vocale, emozioni che incalzano e conquistano l’ascoltatore. In tutte le pagine la melodia è centrale, cantata o suonata come sfondo nei recitativi. L’espressione musicale è mantenuta ad un livello molto alto.
Puccini lavorò con assoluta padronanza della tecnica, possedeva un grande istinto teatrale, fondamentale per un compositore d’opera, e a questo univa la qualità, tutta italiana, di una scrittura incredibilmente efficace per i cantanti. A tutto questo egli aggiunse un orecchio molto attento alle nuove armonie e ai colori strumentali, una mente ricettiva al progresso musicale e un’immaginazione poetica che raggiungeva il massimo nell’evocazione degli stati d’animo sognanti e fantastici.
Puccini ampliò i propri confini musicali adottando nuovi sviluppi armonici tipici di quel periodo, come la serie di triadi maggiori (si bemolle, la bemolle , mi naturale) con cui apre Tosca e che si presenta nel corso dell’opera accompagnando il personaggio di Scarpia. Egli impiegò nuovi elementi esotici dal tessuto melodico, all’armonia, al ritmo e alla strumentazione. Nei lavori ad argomento orientale, come Madame Butterfly e Turandot è molto evidente; in quest’ultima egli inserì allo stesso tempo uno sviluppo estremo della melodia, esperimenti armonici, come la bitonalità, e la più brillante orchestrazione di tutte le sue opere.
In questa fucina musicale, che è l’opera pucciniana, si inserì anche il Verismo, che sommessamente influenzò Puccini, che al realismo delle storie accostava elementi romantici ed esotici; La fanciulla del West e la Rondine non raggiunsero il successo degli altri lavori. Nel 1918 andò in scena il Trittico formato da tre atti: Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi; quest’ultimo atto è una deliziosa commedia scritta nello spirito dell’opera buffa settecentesca ed è il più popolare dei tre.