Nelle sue linee generali questa Sinfonia rispetta il modello classico ereditato da Haydn, quattro movimenti, con un Adagio e uno Scherzo compresi fra i due Allegri all’inizio e alla fine.
Ognuno di questi movimenti segue la disposizione tradizionale.
Lo schema dell’iniziale Allegro con brio è quello della forma-sonata: esposizione, sviluppo, ripresa.
Se spostiamo l’attenzione dalle linee esterne alla sostanza musicale che vi si raccoglie, ci accorgiamo che gli schemi tradizionali sono pervasi da una vitalità prima sconosciuta.
Primo movimento
Dopo i due accordi iniziali, si affaccia il primo tema, affidato ai violoncelli. Basato sulle note dell’accordo, ha i tratti energici e marziali di un segnale militare. Sarà il vero protagonista dell’Allegro che nell’arco della prima sezione, udremo rimandato, per intero o a piccoli frammenti, agli altri gruppi strumentali. A questo tema se ne contrappone subito un altro, cantabile e patetico, affidato ai legni: oboe, clarinetto, fagotto e flauto. La potenza creativa di Beethoven si libera poi nell’invenzione di numerosi altri nuclei tematici, affidati ora agli archi ora ai fiati, capaci di creare un complesso gioco dialettico attraverso le varietà dei ritmi, dei colori orchestrali e dei disegni melodici. L’alternanza dei diversi temi crea un audace avvicendamento di climi psicologici diversi, che contrastano con l’omogeneità emotiva delle sinfonie del periodo classico. Anche la scelta degli strumenti è decisiva per l’espressione. I motivi energici sono affidati agli archi, maggiormente capaci di slanci ed agilità; i motivi cantabili ai legni, che, con le loro sonorità suadenti, acuiscono ancor più le zone di intimità. I motivi degli archi hanno una struttura ritmica più complessa, con valori di breve durata; quelli affidati ai fiati si esprimono con maggior pienezza in sonorità ampie e distese.
L’ispirazione beethoveniana si caratterizza per inscindibilità tra il motivo e il suo strumento: il motivo nasce già pensato con quel determinato timbro, è creato in funzione dello strumento che lo eseguirà.
Lo sviluppo concilia in maniera unica due scelte stilistiche opposte: da una parte, le dimensioni eccezionalmente ampie, che turbano i primi ascoltatori di questa sinfonia; dall’altra , l’impiego, lungo tutta questa sezione del solo tema A, che Beethoven scompone e ricompone in mille modi, affidandolo ogni volta a strumenti diversi, in un mirabile gioco armonico ove la ricerca timbrica assume un ruolo prioritario. Questa parte si conclude con un episodio fugato, che preclude al momento di massima tensione in cui tutta l’orchestra protende verso l’acuto con accordi ripetuti.
La ripresa si apre nuovamente con il motivo iniziale, a cui si succedono, nello stesso ordine, tutti i motivi già esposti nella prima parte, anche se con piccole varianti, per giungere alla conclusione trionfale. Qui il tema A viene scandito dalle trombe, dopo un crescendo ‘rossiniano’, sopra fluidi passaggi ascendenti e discendenti degli archi. Proprio a questo punto di grande pathos si inseriscono i timpani, che rendono più incalzante la conclusione e, al tempo stesso, anticipano la costante ritmica del movimento successivo, dove questo stesso spunto, reso più contratto e infittito, sarà affidato agli archi e accompagnerà, in modo quasi ossessivo, l’intera marcia funebre.
Secondo Movimento
Il secondo movimento è collocato al posto dell’Andante, che, nella sinfonia classica, rappresenta il momento lirico e di ripensamento dell’intera composizione. Il modello della marcia ha sempre interessato Beethoven nel corso della sua vita, tanto che ne troviamo in ogni genere di composizione.
Terzo Movimento
Lo Scherzo deve la sua forma odierna a numerose trasformazioni. I fattori costanti durante il processo creativo furono l’attacco anomalo della frase melodica e l’uso dei tre corni con funzione tematica. Nella versione finale, lo Scherzo è interamente costruito su questo materiale, che si ripresenta tuttavia in modi sempre diversi. Nella parte centrale, il trio, dominato dal gruppo dei corni, interrompe la corsa sfrenata dello Scherzo, riecheggiando richiami di caccia. Questo movimento così impetuoso e vitale prelude con il suo slancio all’allegro finale, in cui Beethoven raggiunge una delle vette più elevate della sua ispirazione.
Quarto Movimento
Il nostro autore costruisce questo quarto movimento sviluppando e mescolando ora il basso ora la melodia del motivo principale appartenente alla musica composta pochi anni prima per il balletto ‘Le creature di Prometeo’ di Salvatore Viganò.