La Sinfonia n.3 di Beethoven ha suscitato l’ammirata attenzione di generazioni di musicisti e di studiosi, suggerendo loro immagini eroiche e grandiose. Particolarmente suggestiva è l’interpretazione che ne diede Hector Berlioz. Pieno di slancio e di passione, Berlioz vide nell’opera beethoveniana un canto al coraggio e alla virtù pari solo all’epopea omerica.
Il primo tempo: l’addio di Ettore ad Andromaca prima della battaglia, il combattimento di Ettore e Patroclo, la morte di quest’ultimo e il ritorno dell’eroe troiano vittorioso tra le braccia della sposa amata. Il secondo tempo: la rappresentazione dei funerali di Ettore. Il terzo tempo: i giochi funebri in onore di Patroclo. Per quanto riguarda il quarto tempo, Berlioz ritiene che:” poichè con i funerali di Ettore l’Iliade ha termine, è stato immaginato da Beethoven indipendentemente da essa; ricorrendo ancora, peraltro, in rispondenza con la sua nobile natura, a considerazioni di umanità. Egli volle mostrare l’influenza che le grandi nature esercitano oltre il tempo e lo spazio.
Il mito di Prometeo gli ha rivelato come la grandezza dell’anima possa far scaturire gioia ed entusiasmo dalla più sterile materia: nel tema, in principio rigido e freddo, il suo spirito creatore infonde a poco a poco la vita, prima organica, poi animale, infine spirituale; e l’opera si chiude con un’apoteosi di forza e di splendore.”