Breve storia del Teatro

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Il teatro ha origini antichissime è una delle prime manifestazioni culturali dell’uomo. Nelle prime civiltà il teatro è legato a questi due termini: rito e mito.

Come è semplice immaginare, in Occidente, la storia del teatro parte dalla Grecia.
Il “teatro greco” fiorì in Grecia fra il VI e il V secolo a.C. e ancora oggi le opere dei più grandi autori, come Eschilo, Sofocle ed Euripide, sono rappresentate.
Nell’Antica Grecia l’ingresso era gratuito e gli spettacoli erano sovvenzionati dai cittadini delle classi più agiate.
Nel Teatro Romano le prime manifestazioni erano di carattere religioso, ma ben presto assunsero carattere profano. Le forme originarie di commedia erano la farsa e l’atellana. Si sviluppò in seguito una forma di teatro più stabile, su modello di quello greco, nel III secolo a. C. Gli autori più importanti di quest’epoca (III-II) sono Plauto e Terenzio.

Il Medioevo segna un momento di forte crisi e la Chiesa ne è la principale artefice. L’Istituzione regiosa e temporale vedeva in questa forma d’Arte, ma anche in tante altre manifestazioni dell’Uomo, un momento di “perdita del controllo” che non poteva essere tollerato. Intorno all’anno 1000 si sviluppò il teatro sacro, che si svolgeva all’interno della Chiesa, durante la Settimana Santa per rappresentare la Passione. Parallelamente, nelle corti feudali, si sviluppano intrattenimenti laici e forme di teatro popolare.

La cultura umanistica del Rinascimento, portò alla riscoperta del teatro classico. Tornò un teatro laico e dotto. Le opere venivano rappresentate a corte prima in latino e poi in volgare. Nel corso del ’400-’500 fioriscono molti testi teatrali su imitazione di quelli antichi, per un teatro ristretto e di corte. Parallelamente si sviluppò una forma di teatro popolare e laica.

Il Seicento è considerato il secolo d’oro del Teatro che fiorì in tutta Europa, e che vide la forte presenza della Musica come mezzo di comunicazione nel senso più ampio del termine. Si costruiscono i Teatri prototipo di quelli europei: teatro della Fenice a Venezia e Farnese a Parma.

Nella prima metà del Settecento prevale il gusto arcadico che, dal punto di vista teatrale, si concretizzò con il melodramma di Metastasio.

Goldoni si fa promotore di una vera e propria rivoluzione teatrale; ricerca la verosimiglianza delle storie e la semplicità del linguaggio.

Alfieri fu l’altra grande personalità teatrale dello stesso secolo. Spirito passionale, amante della libertà e dell’indipendenza fu un preromantico per temperamento, ma un classico per il rigore dello stile delle sue tragedie.

Nell’Ottocento il teatro europeo fu dominato dal dramma romantico in cui si esaltavano gli ideali dell’epoca.

In Italia Manzoni, con la Lettre à Monsieur Chauvet, si fa portavoce di un teatro più moderno dove si riscopre il valore educativo del teatro. Verso la fine del secolo si ha l’influsso del naturalismo e del verismo con il teatro realista Verga in Italia, in Russia si apre la stagione del realismo con Nikolaj Gogol e Alexander Ostrovskij e, verso la fine del secolo XIX, con Lev Tolstoj e Maksim Gor’kij. Anche Cechov può essere considerato un continuatore della tendenza naturalistica, anche se evidenzia affinità con il simbolismo. Alla fine dell’800 il mondo della cultura e il teatro furono influenzati dai nuovi studi freudiani.

Il teatro del ’900 ha come tema l’individuo e il suo io complesso e stratificato. Una novità del teatro novecentesco fu l’introduzione del regista.
In Italia il realismo approdò al senso del tragico di Luigi Pirandello.

Bertolt Brecht elaborò una nuova teoria teatrale: egli rivendica il carattere di finzione del teatro, lo spettatore non deve immedesimarsi nelle vicende del dramma, ma, attraverso l’estraniazione, giungere alla piena consapevolezza di essere in presenza di una rappresentazione.

In Francia negli anni ’50 si impose all’attenzione un gruppo di autori che criticavano ferocemente i valori borghesi: Jan-Paul Sartre, Albert Camus, Eugène Ionesco, Samuel Becket.

Forme di realismo sociale si svilupparono in modi diversi in Germania con Peter Weiss, in Inghilterra con John Osborne, in U.S.A. con Tennessee Williams e Arthur Miller.

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