Brahms – Sinfonia n.3 op.90

Breve Analisi

Brahms375x255_240808La Sinfonia comprende i quattro classici movimenti:

  • Allegro con brio (Fa maggiore)
  • Andante (Do maggiore)
  • Poco allegretto (Do minore)
  • Allegro (Fa minore, termina in Fa maggiore)

Primo Movimento – Allegro con brio
Il primo movimento, “Allegro con brio”, sembra un vero e proprio incitamento alla lotta ed il clima epico fa riaffiorare alla memoria le gesta degli eroi delle saghe nordiche. In alcuni momenti questo grande affresco, intensamente pregno di un forte sentimento per la natura, sembra ribollire di un’energia cosmica. L’esposizione, assai lunga rispetto allo sviluppo (quattordici pagine contro nove), ci propone una significativa novità, ossia l’introduzione di un “motto musicale” a mo’ di Leitmotiv. Di questo frammento, che compare anche in altre composizioni brahmsiane, ad esempio nella Ballata n.2 per pianoforte e in altre successive alla Sinfonia n.3, Kalbeck ci offre un’interessantissima spiegazione. Il motto che è costituito da suoni, fa-labem-fa, deriva direttamente da un altro, fa-la-fa, che il giovane Brahms aveva coniato per le parole “Libero, ma contento!” in opposizione all’affermazione, fatta propria invece da Joachim, “Libero, ma solo” cui rispondevano i suoni fa-la-mi. In questo caso Brahms utilizza il motto come principio strutturale, introducendolo con i corni, le trombe e i legni per poi utilizzarlo come contro-canto nelle regioni medie e acute. La profondità espressiva con cui l’autore si rivela attraverso la sua musica è tale da consentirgli quella libertà e quella indipendenza che contraddistinguono questo movimento, non più suddiviso in sezioni ma fortemente omogeneo ed uniforme anche per merito del “motivo ricorrente”.

Secondo Movimento – Andante
Il secondo movimento, Andante, è basato su una semplice melodia cantabile che, eseguita da clarinetti e fagotti, ci immette in un clima idilliaco a tratti pastorale; le pulsioni che agitavano il movimento precedente sembrano sopite, anche se frequenti effetti dissonanti e passaggi cromatici creano sospensioni molto espressive. Quando la melodia iniziale ricompare, eseguita dai legni su un accompagnamento in terzine degli archi, ci troviamo dinanzi a un episodio di rara bellezza. Il tema, amplificato, si distende sul quieto mormorio degli archi, e in un progressivo rarefarsi giungiamo alla conclusione: un passaggio cromatico dei fiati, giocato su oscillazioni minime, accresce il pathos, per poi acquietarsi dolcemente.

Terzo Movimento – Poco Allegretto
Il “Poco allegretto” è uno straordinario intermezzo in Do minore in cui Brahms effonde tutto se stesso. Intimo e profondo, nello slancio con cui il primo tema, cantato dalla morbida e suadente voce dei violoncelli, si apre verso l’acuto per poi ripiegarsi su se stesso: reclinato e dolente, si mostra lentamente, come una delle pagine più intense ed indimenticabili del nostro autore. La seconda sezione è in maggiore ed è caratterizzata da un ritmo danzante in sincope, nuovamente eseguito dai violoncelli su cui i legni tessono un’esitante melodia. E’ comunque sulle note del primo tema, reso ancora più intenso dal raddoppio all’ottava che viene eseguito dai primi violini, che si chiude il movimento.

Quarto Movimento – Allegro
Una sinfonia in maggiore, come questa, ci riserva un finale inatteso e sconvolgente. Nei tre movimenti precedenti l’atmosfera era carica di una drammaticità latente che non si era liberata completamente; quando, all’unisono, gli archi e i fagotti scandiscono il primo tema dell’”Allegro finale” pare che il movimento sia giunto. La tonalità è quella di Fa minore e tutta l’orchestra è scossa da un’inquietudine violenta, demoniaca e lacerante. Ma è il secondo tema a mostrarci la soluzione del conflitto che Brahms ci propone in quest’opera: l’apparizione di un nuovo mondo tonale, quello rassicurante e materno di Do maggiore che in conclusione si modifica e reclina in un più tenero e dolente Do minore, ci appare come l’unica serenità raggiungibile, quella della consapevole rassegnazione. Ritornano ricordi bellicosi del movimento “Un poco sostenuto” con cui si conclude l’opera, ma sono trasfigurati in questo nuovo paesaggio in quanto hanno perso l’energia e l’aggressività del movimento iniziale e soggiacciono a questo nuovo sentimento predominante. Diminuendo fino a un pianissimo la sinfonia si chiude come un’accorata confessione.


Cenni Storici

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