Weckmann rappresenta un tipico esempio di compositore le cui opere sarebbero state completamente perse durante la storia se l’interesse rivolto a Bach, nel XIX secolo, non avesse indotto a cercare le opere dei suoi predecessori per capirne meglio lo stile, le origini ed i contenuti. Matthias Weckmann nato (probabilmente) nel 1616 in Niederdorla (Turingia) e deceduto nel 1674 ad Amburgo è stato un musicista e compositore tedesco del periodo Barocco. Cominciò i suoi studi a Desdra come corista sotto la direzione di Heinrich Schütz, successivamente si trasferì ad Amburgo dove lavorò con il famoso organista Jacob Praetorius nella chiesa di S. Pietro (Petrikirche). Fu introdotto al ‘concertato italiano’ da Schütz, che in passato aveva viaggiato in Italia e aveva conosciuto Giovanni Gabrieli e Monteverdi; entrò in contatto anche con lo stile della scuola danese, tramite alcuni allievi di Sweelinck, alcuni dei quali si erano stabiliti ad Amburgo. A beneficio della sua formazione musicale si recò in Danimarca, una prima volta, nel 1637 in compagnia di Schütz; successivamente, dopo essere diventato organista a Dresda presso la Corte di Sassonia, vi tornò, in Danimarca, e vi rimase fino al 1647 (durante la Guerra dei Trent’anni). Durante il suo ultimo soggiorno a Dresda 1649-1655 incontrò Johann Jakob Froberger: rimasero amici e stabilirono una importante collaborazione intelletuale attraverso un duraturo scambio epistolare. Nel 1655 divenne organista titolare della Chiesa di San Giacomo (Jakobkirche) di Amburgo, e lì trascorse il resto della sua vita. Fondò un ensemble orchestrale molto apprezzato, il cosiddetto Collegium Musicum di Amburgo, che divenne la sua fucina musicale; fu il periodo più produttivo della sua vita: le sue composizioni comprendono una raccolta molto ricca (oltre 1000 opere). Compose per organo variazioni corali e preludi; per clavicembalo pezzi che mescolano influenze italiane e francesi, varie sonate per tre o quattro strumenti e musica sacra orchestrale e vocale. Stilisticamente seguì le tendenze progressiste di Schütz; sviluppò l’idioma concertato e assecondò spesso la tendenza ad introdurre un certo cromatismo.