Per Scuola Fiamminga si intende la civiltà musicale che, nata nel ducato di Borgogna agli inizi del XV secolo, domina il Quattrocento europeo ed esercita un’influenza decisiva sulla formazione e lo sviluppo della musica rinascimentale in tutto il continente.
La guerra dei Cent’anni tra Francia ed Inghilterra favorisce indirettamente il consolidamento politico ed economico del ducato di Borgogna; sotto la guida di Filippo Il Buono e di Carlo il Temerario le regioni che oggi corrispondono alla Francia centro- meridionale, al Belgio e all’Olanda conoscono una grande fioritura artistica che trova nelle arti figurative e nella musica il veicolo privilegiato di espressione. Le successive vicende politiche non attenuano per più di un secolo la vivacità creativa dei maestri oltremontani; in particolare le province dei Paesi Bassi sono il fulcro della produzione polifonica europea.
Sia nei contesti laici delle corti che in quelli religiosi delle cattedrali e delle collegiate la vita musicale appare vivace e intensa. La formazione scolastica è molto rigorosa: l’istruzione avviene presso centri ecclesiastici che garantiscono, a spese del capitolo, lo studio del latino, del canto gregoriano, della polifonia sia sacra che profana e della composizione. I pueri cantores sono di norma seguiti dagli otto anni di età fino alla muta della voce; l’educazione prosegue spesso con lo studio universitario di discipline umanistiche. A questo punto i musicisti sono pronti per l’esercizio della professione: cantori, compositori, etc. etc.; i maestri di cappella fiamminghi “invadono” l’Europa diffondendo ovunque le prassi esecutive e gli stili compositivi oltremontani.
Un numero davvero ampio di musicisti fiamminghi opera nel XV e XVI secolo in Italia, Spagna e nelle regioni austro-tedesche dell’impero. L’esempio dei duchi di Borgogna che inaugurano la grande stagione del mecenatismo rinascimentale favorendo e proteggendo lo sviluppo delle arti, è presto seguito dalla nobiltà e dall’alto clero di tutto il continente. La musica, emancipata dai rigidi vincoli medievali di carattere teologico e liturgico, deve comunque confrontarsi con le esigenze di una nuova committenza che esige opere funzionali ai propri desideri di consumo culturale e di esibizione di potere.
Il massimo esponente fu Josquin Des Prez.