Bach e la svalutazione del ruolo musicale

Il Musicista del Settecento, a servizio dei potenti

Johann_Sebastian Nel XVIII secolo quella del musicista era una professione più simile a quella di un servo che di un intellettuale. Pare che il frac fosse una versione modificata dell’allora divisa dei camerieri. Il musicista o era “musicista di corte”, al servizio di un principe, oppure “musicista di cappella” alle dipendenze della chiesa. In alcuni casi aveva un doppio ruolo.

Bach non costituì un’eccezione a questa regola: nel 1717 si trasferì a Cöthen al servizio di un principe calvinista.
I calvinisti non amavano particolarmente la musica sacra e Bach smise di comporre cantate e si mise a scrivere musica cerimoniale di corte, musica virtuosistica per violino, flauto, liuto, le suites francesi ed inglesi per cembalo.
Dal 1723, e per il resto della sua vita, Bach fu Cantor nel collegio di S. Tommaso a Lipsia e tale carica era particolarmente onerosa: Bach doveva curare l’istruzione musicale degli allievi e la disciplina, organizzare le prove, istruire e dirigere il coro, preparare le parti dell’orchestra, insegnare anche altre materie come latino e religione pur non essendone all’altezza. In più doveva garantire una “nuova” cantata ogni domenica.

Anche se Bach fu un “artigiano” della Musica, non si svendette mai: a Cöthen, esigeva musicisti abili, a Lipsia, faceva loro un esame preliminare; quando, sempre a Lipsia, cambiò il direttore del collegio, che voleva dare spazio alle materie scientifiche, Bach, che non era remissivo, litigò aspramente per avere più spazio. Non riuscendo nell’intento, si occupò d’altro e scrisse gli 8 concerti per clavicembalo ed orchestra.

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