Il capolavoro di Purcell
Rappresentata la prima volta nel 1689, venne scritta originariamente per soprano e tenore. L’estensione melodica è tale che oggi l’esecuzione è affidata a mezzosoprani acuti e baritoni, in quanto la tessitura dell’opera oggi corrisponde a queste due voci. Nel periodo barocco sia soprani che tenori erano meglio confrontabili con gli attuali mezzi soprani e con i baritoni, ovvero nel periodo barocco esisteva la figura del baritenore che inglobava proprio queste caratteristiche.
L’Opera è divisa in tre atti e mette in Musica la storia di Enea, protagonista dell’Eneide di Virgilio, e di quando egli si trovò a Cartagine, ospite della regina Didone. Fra i due scoppierà un amore maledetto che si concluderà, come vuole la tradizione, con la partenza dell’eroe, destinato a fondare Roma, e il suicidio di Didone.
Atto I
Didone ha accolto nel suo palazzo Enea, fuggito da Troia. La confidente Belinda, accortasi che Didone è turbata, le parla del radioso futuro che la attende, ma Didone le dice che è in preda a un tormento che non può confessare. Ma la confidente intuisce che Enea è la causa.
Belinda, fiduciosa di un’alleanza con Troia, invita Didone a lasciarsi sedurre da Enea. Didone rifiuta, anche se lo desidera. Al termine dell’atto, si scatenano tuoni e lampi.
Atto II
Quadro I
Nella grotta della maga, sono convocate le streghe perché partecipino al trionfo del male su Cartagine, che sarà preda delle fiamme, e Didone perderà amore, trono e vita. Intanto Mercurio, sotto le sembianze di un folletto, sollecita Enea a fuggire durante la caccia. Ma le streghe scatenano una tempesta affinché Didone ed Enea rientrino a corte.
Quadro II
In un boschetto, Belinda contempla le valli e i boschi nei quali si svolge la caccia di Enea. Improvvisamente si scatena la tempesta e Belinda sollecita tutti a rientrare alla reggia. Ad un tratto appare un folletto della maga, che in nome di Giove gli ordina di lasciare Cartagine e di partire per Troia. Enea, lamentando la sua triste sorte, deve acconsentire e sottomettersi al volere degli dèi.
Atto III
I marinai cantano lieti per l’imminente partenza. La maga e le streghe osservano la scena, esultando per la sventura che incombe su Cartagine, e decidono di perseguitare Enea quando sarà in mare con una tempesta. Didone, certa di perdere l’amato, giunge al porto e confessa tutta la sua disperazione. Enea le spiega che la sua partenza è voluta dagli dèi, ma Didone l’accusa d’ipocrisia e lo respinge, anche se Enea giura che rimarrà ancora a Cartagine. Didone, non potendo vivere senza Enea, si toglie la vita. Sulla sua tomba compaiono gli Amorini: il coro li prega di vegliare sempre sull’anima della sfortunata regina.
Personaggi Principali
Didone, Regina di Cartagine (soprano)
Enea, Principe dei Troiani (baritono)
Belinda, Dama di Compagnia (soprano)
Strega (mezzo-soprano)