Voci “fuori dal coro”
Qualche secolo fa con il termine sopranista si intendeva indicare la categoria dei castrati in ragione della tessitura vocale che questi uomini possedevano e che era paragonabile a quella dei soprani. Il XIX secolo ha visto la fine della barbara pratica della castrazione ed ha portato alla luce questa triste verità storica. Il termine però è ancora in uso benché oggi per sopranista si intenda il controtenore, ovvero un uomo, tenore, che canta arrivando “naturalmente” alla tessitura vocale tipica del soprano. Oggi un sopranista è fondamentalmente un controtenore il cui falsetto è molto più esteso e meglio sviluppato rispetto a quello di un normale controtenore, ma esistono rari casi nei quali anche uomini adulti possono essere in grado di cantare in questa gamma con la voce piena a causa di disfunzioni endocrine, o in presenza di una laringe non completamente sviluppata. Precisiamo che al giorno d’oggi i sopranisti veri e propri sono rari, perché la maggior parte dei controtenori canta nelle gamme di contralto e mezzosoprano. I moderni sopranisti si cimentano per lo più nei ruoli seicenteschi e settecenteschi scritti in origine per la voce dei cantori evirati soprani o contralti.
Oggi uno dei nomi più illustri è Philippe Jaroussky del quale proponiamo un brano tratto dal Rinaldo, un’opera in tre atti di Georg Friedrich Haendel, ed in particolare l’aria di Almirena “Lascia ch’io pianga”.