In un pianoforte oltre ai tasti bianchi che costituiscono le note abbiamo i tasti neri che sono note alterate.
Per indicare queste note nel pentagramma si usano solitamente due simboli: il diesis (#) o il bemolle (b) da mettere accanto alla nota.
Abbiamo così il quadro completo della tastiera:
Come si può notare tra le note Mi e Fa (anche fra Si e Do) non c’è il tasto nero.
Questo perché Mi e Fa sono separate dal più piccolo intervallo che il sistema temperato permette, cioè il semitono.
L’intervallo tra le note Do e Re, Fa e Sol, Sol e La, La e Si è invece detto tono.
Ripetendo questo ragionamento partendo dalle note alterate possiamo dire che fra Do # e Re c’è un semitono mentre tra Do # e Re # c’è un tono.
Il fatto che per una stessa nota alterata vengano usati due nomi è dovuto al fatto che in antichità i diesis e i bemolle non combaciavano.
Questa unione è avvenuta solo nel XVIII Secolo.
Oltre a questi simboli ve ne sono degli altri che riporto nella seguente tabella.
Diesis |
Innalza la nota di un semitono |
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Bemolle |
Abbassa la nota di un semitono |
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Bequadro |
Annulla l’alterazione di una nota precedentemente alterata o l’alterazione in chiave. Occorre ricordare che l’alterazione di una nota vale in tutta la battuta in cui compare. |
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Doppio diesis |
Alza la nota di un tono. Esempio: un Sol con doppio diesis equivale ad un La |
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Doppio bemolle |
Abbassa la nota di un tono. Esempio: un Mi doppio bemolle equivale ad un Re |
Occorre infine ricordare che il Mi # è il Fa naturale e di conseguenza Fa bemolle è il Mi naturale.
Stesso discorso tra Si e Do (Si # = Do e Do bemolle = Si).