Habanera, Payada e Candombe
Non vi è alcun dubbio che la componente ritmica del Tango abbia origine dalla tradizione “afro” e più precisamente dalla habanera cubana, che, a sua volta, é emanazione di motivi africani portati dagli schiavi in America Latina nel XVIII secolo. Ma l’habanera nasceva come piattaforma musicale e niente più.
Il Tango si arricchì di altri aspetti musicali e raggiunse la forma compiuta del classico brano con testo, attraverso l’incontro e la fusione con la payada, che era un canto poetico caro alle genti delle campagne. Habanera più payada generarono la milonga ovvero una danza. Si trattava di un canto malinconico e triste che raccontava le difficoltà della vita e le pene d’amore della povera gente, al suono di chitarra, flauto e violino. La milonga rappresentò a tutti gli effetti la matrice del tango. Non a caso, fino al 1910, il tango fu chiamato milonga con cortes. E’ bene ricordare che il termine milonga designava anche la prostituta, e non si tratta di un riferimento casuale.
Vicente Rossi nel libro Cosas de Negros (1926) ricostruisce un triplice rapporto di filiazione diretta: il candombe genera la milonga; e la milonga genera il tango. Il candombe è stato creato dai neri di Montevideo. Il genere tango fu presto assimilato dagli immigrati europei che ne colsero la profondità ed una sorta di bellezza malinconica, legata al senso delle cose perdute. La sua musica sembrava il sottofondo più idoneo a segnare il ritmo della emarginazione e della sconfitta. E’ interessante evidenziare come inizialmente la musica del tango fu scritta in 2/4 ed il ritmo era abbastanza veloce. Successivamente fu scritta in 4/8 e 4/4.
Man mano che prese piede l’abitudine di aggiungere il testo alla musica, il ritmo fu rallentato per esigenze di canto. A partire dal 1917, l’uso del tango cantato fu generalizzato. In quell’anno, Carlos Gardel presentò in un teatro di Buenos Aires il brano “Mi noche triste”. Il successo fu strepitoso, ma non era stato quello l’inizio.
Già nel 1915, in verità, era stato composto da Rodriguez il famoso pezzo “La cumparsita”. Ma fu sempre Carlos Gardel a lanciarlo, dopo aver raggiunto già la fama, assieme ai classici “Choclo” di Villoldo e “Caminito” di Filiberto. Nei pochi anni della sua carriera, Carlos Gardel portò il tango in giro per il mondo: in tutta l’America e in tutta l’Europa, prima come cantante e dopo come attore.
Si racconta che quando morì, nel 1935, a soli 45 anni, in un incidente aereo, molte donne in Argentina si suicidarono per aver perso il loro idolo.