Per suonare il Violino ci vuole souplesse
I ventiquattro Capricci per Violino di Paganini sono ancora oggi un’opera insuperata per il livello di difficoltà proposta, sebbene già ai suoi tempi la tecnica violinistica avesse già raggiunto notevoli traguardi: erano numerosi i trattati a che illustravano le tecniche per ottenere la miglior sonorità. Citiamo ad esempio Rameau, che nel 1760 nel suo “Code de la Musique” così scriveva a proposito della posizione da tenere durante l’esecuzione violinistica: “Bisogna curarsi di non curarsene. La scioltezza deve estendersi a tutte le parti del corpo: una gamba rigida, scomposta, una smorfia, il minimo impaccio, tutto raffrena la cura che ci diamo per ottenere la desiderata perfezione”. Il termine tecnico utilizzato per definire tale atteggiamento è souplesse; questa fu studiata a partire dalla seconda metà del XVIII secolo proprio per risolvere le sempre maggiori difficoltà tecniche di fronte alle quali veniva a trovarsi il violinista. Nei secoli precedenti, all’esecutore difficilmente veniva chiesto di oltrepassare la terza posizione, e dobbiamo giungere alla fine del Seicento per trovare pezzi in cui vi siano passaggi complessi sia per la mano sinistra che per la mano destra quali staccati rapidi, risposte ad eco, passaggi di corda.
Nel 1681 Biber, violinista e compositore tedesco, applica al violino un artificio molto comune per i suonatori di liuto, la “scordatura”, che verrà largamente utilizzata da Paganini: essa consiste nell’accordare diversamente le corde del violino, per esempio anziché (sol-re-la-mi), (la-re-la-re) oppure (do-fa-la-do) per facilitare passaggi altrimenti ineseguibili e virtuosismi al limite delle possibilità umane. La comparsa di Paganini sulla scena esecutiva del XIX secolo cambiò completamente il modo di suonare il violino e fece apparire ottenibili effetti considerati sino allora impossibili. Proprio in questa raccolta di Capricci il musicista inserì procedimenti prima del tutto ignorati: l’uso dei suoni armonici, anche artificiali, dei bicordi, tricordi, quadricordi, pizzicati e trilli, il suonare su una sola corda, lo scavalcare le corde, l’uso dei più svariati colpi d’archetto.