La Musica tedesca ancorata alle sue tradizioni e l’influenza italiana
A Vienna, la musica di questo periodo, fu fortemente influenzata dalla musica italiana. A quel tempo l’Austria iniziava a diventare una grande potenza, e Vienna divenne metà di diversi intellettuali, che portarono, ognuno, un proprio contributo di esperienze e di idee. Il tutto sotto il velo protettivo della corte imperiale, ma anche dalla nuova borghesia, e persino della Chiesa.
La musica tedesca ribadiva orgogliosamente le proprie tradizioni, ma sentiva l’influenza culturale dell’Italia. Johann Joseph Fux, Kapellmeister di corte, rimase fedele a Palestrina nella musica sacra; nelle composizioni profane, di contro, incluse molte innovazioni della musica italiana dell’epoca, assecondando gli esempi di Tommaso Albinoni, Benedetto Marcello, Alessandro e Domenico Scarlatti e Antonio Vivaldi.
Nelo stesso periodo, a Vienna, emerse un altro movimento culturale e musicale, che segnò marcatamente la voglia di abbandonare certi retaggi, come ad esempio l’uso dell’italiano nei libretti operistici.
Poiché il Grande Elettore del Palatinato, dopo la guerra dei trent’anni, aveva trasferito la propria corte da Heidelburg a Mannheim, fu, questo ultimo centro, a divenire più influente dal punto di vista musicale, probabilmente anche per l’apporto di una propria orchestra di fama europea. In questo contesto, si misero in luce Johann Stamitz, e dopo di lui Franz Xavier Richter, che rinnovarono la tecnica orchestrale. Molte composizioni dei due, e dell’allievo di Stamitz, Cannabich (di formazione anche italiana), influenzarono le opere di Haydn e Mozart.