Gilles – Requiem – Messe des Morts

requiem gilles La ‘Messe des Morts’ di Jean Gilles è un monumento alla spiritualità dell’Europa barocca, una delle più belle e interessanti opere corali di tutta la storia della musica francese.

Jean Gilles fu uno dei più noti compositori vissuti in Francia alla fine del XVIII secolo; non c’era messa funebre che non avesse la sua musica. Jean Gilles stesso, i musicisti Pancrace Royer e Jean-Philippe Rameau, e molti grandi dignitari, tra cui Luigi XV, furono deposti al suono del suo Requiem.

Il Requiem
Il ritmo iniziale è ben noto: si tratta della rievocazione di una processione funebre di tradizione provenzale. In quelle regioni, prima della sepoltura, il cadavere di un notabile veniva portato in processione per la città. Al termine della marcia è il tenore che proclama il “Requiem aeternam “.
Il duetto col soprano e con gli strumenti rievoca la pace eterna; l’introito volge al termine con tutto il coro che all’unisono canta “Exaudi orationem meam”. Il Requiem di Gilles è un’opera fortemente descrittiva, pittorica. L’immagine iniziale del corteo funebre, con i violini, e successivamente con il tenore solista, è l’elemento melodico che conduce all’idea del riposo eterno, suggerita dalle lunghe note che cantano la parola “Aeternam”. E’ ancora nell’Introito, che una rapida sequenza di crome crescenti ci porta verso la luce perpetua, così come era uso nei madrigali italiani delle generazioni precedenti. D’altro canto, nell’ Offertorio, la caduta dell’anima, nel buio profondo, è descritta con la discesa delle linee vocali verso la voce maschile, più bassa. Sebbene la musica di Gilles sia emotiva, a tratti quasi sentimentale, risulta allo stesso tempo raccolta, consolante. Nell’Agnus Dei, che è pervaso dai rintocchi delle campane, ritorna il ‘tour de ville’; al passaggio della bara, le campane delle chiese e dei conventi dovevano suonare. Una luce oltre i campanili, come eco di campane, ci proietta in una dimensione di naturale armonia, restituendo all’ascoltatore un senso di serenità ed accettazione di questi testi solenni. La morte, sotto questa luce, è triste, ma non tragica, è un episodio in una storia più grande che riguarda l’esistenza. La Messa di Gilles, nella sua completezza, è molto più “religiosa” e radicata nel profondo senso dell’ordine cosmico, di molti Requiem sinfonici, da Berlioz a Brahms, di epoca più recente.

 

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