Così come il Bebop ed il Cool Jazz furono conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, anche il Free jazz è figlio di un fenomeno sociale molto importante: il movimento dei diritti civili degli anni ’60 ed in generale della cultura Afro-Americana.
Specie negli anni ’60 il free jazz è stato visto essenzialmente come un fenomeno politico, così come il bebop aveva rappresentato l’avanguardia della musica nera.
Il passaggio dallo stile modale a quello free, e’ stato rappresentato dall’approfondimento radicale degli elementi modali introdotto nel jazz che porterà’ alcuni solisti a raggiungere dimensioni sempre più libere e fuori dalle regole strutturali e armoniche fin qui adottate.
Musicisti come il sassofonista Ornette Coleman ed il pianista Cecil Taylor, e numerosi altri personaggi quali John Coltrane, Albert Ayler e gruppi come la Sun Ra Arkestra e la Revolutionary Ensemble, introdussero un netto cambiamento nella struttura dei pezzi e soprattutto nel modo di sentire la musica.
Nel 1960 Ornette Coleman utilizzò per primo questa nuova forma, incidendo, con il nome di “Free Jazz”, uno storico album nel quale due quartetti contrapposti, partendo da una modalità e da una scansione ritmica predeterminate, improvvisano liberamente svincolandosi, mano a mano, dalle stesse.
Da questo esperimento, partira’ una tendenza che, cercando la rottura completa con quanto si era fatto in precedenza nel Jazz, cercherà la propria impronta al di fuori dell’armonia e della ritmica prestabilite, lasciando al solista la sua più libera improvvisazione.
Ornette Coleman e John Coltrane furono i due personaggi più importanti nella crescita di popolarità del free-jazz.
I musicisti che recepirono gli aspetti politici di questo periodo furono senza dubbio Charlie Haden, per un lungo periodo bassista di Coleman, ed il sassofonista Archie Sheep.
Nel 1969 Haden forma la Liberation Music Orchestra, compone dei veri e propri manifesti politici come Song For Che, e dedica una canzone ai movimenti di liberazione neri nelle colonie portoghesi del Mozambico, Angola e Guinea-Bissau.
Non dimentichiamo che il Free Jazz è un simbolo ancora più forte rispetto agli anni del Be-Bop, della presa di coscienza definitiva del popolo nero, che mirava alla rottura definitiva nei confronti della società americana: è il periodo dei grandi movimenti neri di Martin Luter King e Malcolm X.
Paradossalmente, il movimento free non abbracciò il pubblico nero, tradendo le intenzioni dei musicisti free ed i loro propositi di costituire un terreno musicalmente unificante della cultura nera.