Le note Blue del Jazz

notabluLa parola blue in inglese descrive in genere tristezza e nostalgia e quando i primi europei furono raggiunti dalle prime note Blues cercarono di classificarne il contenuto, alla ricerca di un elemento che consentisse loro di discriminare oltre i limiti delle tonalità maggiore e minore: associarono questo nuovo mood , quello della musica afroamericana, a questo termine.

Le prime Blue Notes provengono certamente dalla scala non temperata utilizzata dagli schiavi afroamericani. Queste note, utilizzate tipicamente in una cornice armonica di accordi maggiori, creano quell’atmosfera di indeterminatezza tonale caratteristica del Blues e della musica folk americana e inglese.

Le Blue Notes corrispondono ai gradi III, V e VII della scala maggiore, abbassate di circa un semitono, ovvero suonate o cantate in maniera leggermente calante. Nella tonalità di DO, ad esempio, sono il MI, il SOL e il SI, ma non esattamente quelle che troviamo sulla tastiera. In realtà, anche su una tastiera, l’effetto, con queste note, suonate in modo opportuno, simultaneamente ad esempio, si avvicina molto a quello che intendiamo.

Come è noto la scala blues di Do è composta da:

Do, Mib (blue), Fa, Fa#, Sol, Sib

dove il Mib blue sarebbe una nota a metà strada tra il Mi naturale e il Mi bemolle e dista dalla tonica una terza maggiore lievemente calante. Inizialmente le principali blue notes erano la sopracitata terza minore e la sottotonica (il settimo grado della scala diatonica):

Do, Mib (blue), Fa, Fa#, Sol, Sib (blue)

Negli anni ’40 venne data molta enfasi alla dominante trattata come blue note (intervallo di quinta calante) dai jazzisti bebop:

Do, Mib (blue), Fa, Fa# (blue), Sol, Sib

Le tecniche dei musicisti per eseguire, sfruttare ed enfatizzare le blue notes sono le più varie: i cantanti spesso utilizzano un piccolo portamento giocando tra la nota blue e quella temperata, lo stesso fanno i trombonisti mediante il glissando. I chitarristi usano la tecnica del bending (stirando le corde col polpastrello), mentre i pianisti suonano entrambi i semitoni vicini (ad esempio Mi naturale e Mib insieme).

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