Alla ricerca della Libertà espressiva
Dopo il massimo fulgore del classicismo, raggiunto con Haydn e Mozart, i compositori cercarono di superarne i limiti. I musicisti del periodo romantico cercarono una espressione più diretta di quanto permettessero le forme del classicismo: la loro linea rifletteva bene il periodo di sconvolgimenti politici dell’Europa del tempo, che si fecero sentire anche in altri campi artistici. L’età detta “delle rivoluzioni”, tra il 1789 ed il 1848 (che per l’Italia culminò con la III guerra d’indipendenza del 1866), fu associata alla partecipazione attiva di artisti ed intellettuali: in particolare in Francia scrittori, pittori e musicisti tra cui Flaubert, Baudelaire, George Sand, Hugo, Berlioz, ed i pittori impressionisti di fine secolo, tentarono di scuotere la visione materialistica del periodo. Il peso della classe media era ormai troppo alto perché i governi monarchici potessero ancora ignorarlo: oltre agli ideali di libertà ed uguaglianza che mossero la Rivoluzione Francese (o le guerre d’indipendenza italiane, per fare un altro esempio), gli artisti romantici traevano ispirazione da un modello di vita semplice ed armonizzato con la natura, pacifico e puro.
Gli ideali rivoluzionari, come si sa, fallirono miseramente il loro scopo iniziale, quando alla fine delle rivoluzioni seguirono semplicemente nuove tirannidi: quando Napoleone Bonaparte si fece incoronare imperatore, Beethoven distrusse la dedica dell’Eroica, sostituendo poi le parole “Al generale Bonaparte” con “Alla memoria di un grande uomo.”.
Fu questo fallimento a scatenare l’altra componente del romanticismo, ossia l’evasione dalla realtà: anche stavolta, in tutti i campi (e nel caso specifico con autori come Berlioz e Mendelssohn) si nota un desiderio di esotismo e di non banale.
In particolare in questo periodo si risvegliò un forte interesse verso il medioevo, sopratutto i suoi primi secoli, così come verso il macabro, in particolare nelle opere di Poe, Baudelaire e Dostoievskij.