Dopo l’iniziale successo al Teatro della Pergola di Firenze il 14 marzo 1847, l’opera cadde nell’oblio, fu riesumata in Italia con strepitoso successo al Teatro alla Scala di Milano il 7 dicembre 1952 , con Maria Callas nel panni della protagonista femminile. Da allora è entrata stabilmente in repertorio.
Atto I
In Scozia. Macbeth e Banco sono di ritorno da una vittoriosa battaglia contro i rivoltosi. Incontrano tre streghe, che fanno loro una profezia: Macbeth sarà signore di Cawdor e in seguito re di Scozia, mentre la progenie di Banco regnerà. Parte della profezia si avvera subito. Giunge infatti un messaggero che comunica a Macbeth che re Duncano gli ha concesso la signoria di Cawdor. Al castello, si attende la venuta del sovrano. Venuta a conoscenza della profezia delle streghe, l’ambiziosa Lady Macbeth incita il marito a uccidere il re. La notte avviene il regicidio.
Atto II
Del delitto viene incolpato il figlio di Duncano, Malcolm, che si trova costretto a fuggire in Inghilterra. Ora che Macbeth è re di Scozia, la moglie lo convince a liquidare Banco e soprattutto il figlio di costui, Fleanzio, nel timore che si avveri la seconda parte della profezia. I sicari di Macbeth assassinano Banco in un agguato, ma Fleanzio riesce a fuggire. Durante un banchetto a corte, Macbeth è terrorizzato dall’apparizione del fantasma di Banco.
Atto I
Inquieto, Macbeth torna dalle streghe per interrogarle. Il verdetto è oscuro: egli resterà signore di Scozia fino a quando la foresta di Birman non gli muoverà contro e che nessun “nato di donna” potrà nuocergli. Lady Macbeth, intanto, lo incita ad uccidere la moglie e i figli del nobile profugo Macduff, che insieme a Malcolm sta radunando in Inghilterra un esercito per muovere contro Macbeth.
Atto IV
L’esercito invasore giunge segretamente al comando di Malcom e Macduff. Giunti nei pressi della foresta di Birnam, i soldati raccolgono i rami degli alberi e con questi avanzano mimetizzati dando l’impressione che l’intera foresta si avanzi (come nella profezia). Lady Macbeth, nel sonno, è sopraffatta dal rimorso e muore nel delirio. Macbeth, rimasto solo, fronteggia l’invasore, ma è ucciso in duello da Macduff, l’uomo che, venuto al mondo con una sorta di parto cesareo, avvera la seconda parte del vaticinio (“nessun nato di donna ti nuoce”).
Caratteri generali
Il Macbeth fu composta da Giuseppe Verdi nel 1847 su libretto di Francesco Maria Piave.
La complessa struttura del dramma shakesperiano in cinque atti fu sintetizzata dal Piave, non senza difficoltà, in una struttura in quattro atti che risulta dal punto di vista “logistico” difficilmente rappresentabile per i numerosi cambi scena e le ambientazioni complesse. Bisogna tuttavia riconoscere a Piave, la cui opera fu rivista dal Maffei, la solita grande abilità di composizione ed una, per quanto difficile, aderenza al testo di Shakespeare.
In questa opera si evidenzia ancora un Verdi molto legato alle forme tradizionali che lo portano sulla partitura edita da Ricordi ancora a suddividere le sequenze melodrammatiche in pezzi chiusi come Cavatine, Gran scena, sestetto, duetto e recitativo, una forma che abbandonerà solo dopo la Traviata.
Il soggetto, caro a Verdi, come d’altronde tutti i soggetti di Shakespeare – che soleva chiamare Papà Guglielmo – si presenta molto bene articolato sul punto di vista delle voci, in una completezza che porta ad una soddisfazione intima dell’uditore che vede soddisfatte tutte le sue ambizioni musicali da ascoltatore.
In effetti la schematizzazione dei personaggi nei gruppi del “bene” (Malcolm, Macduff, Banco) e del “male” (Lady Macbeth, Macbeth) sono riflessi dai modi di cantare: i primi cantano insieme ai cori e con declamati molto patetici (come l’aria del IV atto di Macduff) che rispondono all’ideale del “giusto” nell’opera ottocentesca; i secondi e soprattutto Lady Macbeth cantano sottovoce e con toni cupi espressamente evidenziati da Verdi nella partitura stessa.
I personaggi
Lady Macbeth
Lady Macbeth è il personaggio psicologicamente più sfaccettato: è inconsciamente malvagia, ma al tempo stesso è fragile e compassionevole. È lei a spingere Macbeth, di per sé ignavo, verso la serie di efferati delitti che lo portano al trono. Verdi ha affidato il ruolo ad un soprano drammatico. Se si eccettua l’aria del primo atto “Vieni! t’affretta”, con la brillante cabaletta “Or tutti sorgete”, la sua musica ha un tono lugubre e inquietante. Si narra che Verdi, per la prima dell’opera, dicesse che la Lady dovesse avere voce sgradevole e strisciare sul palcoscenico, con caratteri più da demone che da donna.
Macbeth
Macbeth invece è un virile baritono a cui vengono affidate pagine brillanti e insieme di estrema introspezion.
Le streghe
Fra i gruppi di cui sopra si interpongono le streghe che sono i mezzi del fato. Le loro apparizioni sono due all’inizio dell’atto primo, nell’Introduzione, dove assumono dei caratteri grotteschi e quasi ironici e nell’atto terzo, dove invece sono le misteriose artefici del fato con lugubri toni e tuttavia grande grazia e sensibilità si richiede alle cantanti nel coretto ballabile “Ondine e silfidi”.