Dimensione Musicale e Dimensione Psicologica

onde sonoreMusica e Psiche sono correlati nella misura in cui la scrittura musicale è dettata dall’emozioni, e la lettura, attraverso l’ascolto, le restituisce. Non è uno scambio asettico ma una vera a propria commistione tra il fenomeno fisico ed il fenomeno umano con i suoi aspetti psicologici. Non è facile misurare cosa parta e cosa arrivi, come non è facile stabilirlo nella comunicazione verbale e persino in quella scritta. Non si può razionalizzare definitivamente questo aspetto, ma se ne può dare un’interpretazione di massima, attraverso quegli aspetti che possiamo associare alle sensazioni di base. In quest’ottica possiamo effettuare delle associazioni tra le “grandezze musicali” e le “grandezze psicologiche” ovvero alle sensazioni che attribuiamo ai parametri fisici caratteristi delle onde sonore ovvero l’Altezza, l’Intensità, il Timbro, il Ritmo, e per estensione alla Melodia e all’Armonia.

  • L’Altezza definisce la differenza tra un suono grave ed uno acuto ed è legata alla frequenza ovvero al numero di cicli che l’onda sonora compie nell’unità di tempo. Da un punto di vista psicologico un suono acuto genera una maggior tensione nell’ascoltatore, viceversa un suono grave.

  • L’Intensità è legata all’ampiezza dell’onda sonora e dunque al modo più o meno forte con cui il suono raggiunge il nostro orecchio; dal punto di vista psicologico un suono “forte”, che trasmette più energia, conferisce un sensazione “energizzante”.
  • Il Timbro definisce il “colore” ovvero il modo in cui le linee principali del nostro “disegno sonoro”, ovvero le frequenze principali delle note che produciamo, possono essere riempite con altre frequenze come se le volessimo “colorarle”. Questo aspetto merita maggiori approfondimenti a meno che non si abbia già una certa dimestichezza in merito. Il colore dipende dai materiali con cui si producono i suoni, dal modo in cui si provocano le vibrazioni sonore. Esiste dunque un colore strutturale, oggettivo, tipico di uno strumento, ed un colore accidentale, soggettivo, tipico di una determinata esecuzione (questo aspetto non è vero su tutti gli strumenti). A parità di strumento, infatti, se suoniamo il violino con braccio rilassato e dita ricurve si produce un suono in cui prevalgono gli armonici consonanti, suono che l’ascoltatore avverte come pieno, rotondo, ricco; viceversa, tenendo il braccio rigido e le dita tese si produce un suono in cui prevalgono gli armonici dissonanti, suono che l’ascoltatore interpreta come povero, rigido, spigoloso.
  • Il Ritmo dà la misura dell’evoluzioni sonore sullo scandire dei secondi e di come diversamente ci si possa “poggiare” sugli stessi; se il Ritmo è regolare ha un effetto stabilizzante, se invece è irregolare, sincopato, percepiamo una sensazione di destabilizzazione. Altro aspetto è legato alla “velocità”: un ritmo incalzante alza la tensione, viceversa stempera gli stati di stress
  • Dal punto di vista della Melodia, ovvero del susseguirsi delle note, possiamo constatare che se costruita su gradi congiunti provoca vissuti piacevoli, viceversa provoca disagio ed al limite isteria.
  • Infine l’Armonia; se consonante si ha un senso di stabilità, di calma, di conclusione; dissonante inquietudine, tensione, aspettativa.
  • Si possono fare diverse considerazioni rispetto alle varie combinazioni realizzabili a partire da questi aspetti di base, ovvero di come abbinando a un ritmo lento note gravi, piuttosto che acute, conferisca sensazioni profonde…ma questo sarà oggetto di argomenti futuri.

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