L’Ars Nova ed il Trecento

In Musica il Trecento è il secolo dell’Ars Nova.

Simone Martini Assisi San FrancescoPer Ars Nova si intende letteralmente una tecnica (ars) nuova (nova) che si contrappone a quella antica (antiqua) dei secoli precedenti.

A questo riguardo ebbero grande importanza i trattati “Ars novae musicae” dei parigini Johannes de Muris (1290), matematico e astronomo oltre che teorico musicale, e Philippe de Vitry (1291-1361), che tra l’altro fu poeta, matematico, vescovo e amico di Francesco Petrarca.

Le novità riguardavano soprattutto la notazione e il netto prevalere delle composizioni profane rispetto a quelle sacre; la crisi politico-religiosa ed il trasferimento del Papa da Roma ad Avignone consentirono un minore controllo da parte della Chiesa verso le questioni meno politiche.

La forma più importante fu il mottetto, spesso con funzioni celebrative di personaggi autorevoli. Il più importante compositore fu Guillaume de Machaut che lasciò numerosi mottetti di argomento amoroso-cortese ed encomiastico-politico, danze, ballate e la prima messa polifonica: la Messa di Notre-Dame (1360).

Da Parigi l’Ars Nova approdò in Italia, nell’ambiente culturale del Dolce Stil Novo, influendo sullo sviluppo della polifonia. La “poesia per musica” rappresentò un nuovo importante genere della poesia volgare del Trecento, e comprendeva madrigali, cacce e ballate, appositamente scritte per essere musicate.

Nella fase iniziale l’Ars Nova italiana si sviluppò soprattutto nel nord presso le corti degli Scaligeri e dei Visconti (Jacopo da Bologna e Giovanni da Firenze). Successivamente si spostò nella città di Firenze, dove operarono vari musicisti: su tutti l’organista fiorentino Francesco Landino (Fiesole 1325 – Firenze 1397). Questi, pittore per vocazione, in seguito alla cecità divenne musicista e poeta. Secondo i contemporanei “trapassò tutti gli organisti di cui si ha memoria” e compose madrigali, ballate e canzoni, suonò vari strumenti e ne inventò alcuni.

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