Jeux d’eau è un’opera pianistica a carattere descrittivo, che rappresenta”giochi d’acqua”.
Sebbene lo sviluppo armonico tenda verso atmosfere tristi, pacate e lente, l’esecuzione deve essere sostenuta. L’acqua non rallenta la sua corsa verso il basso. Il pezzo è di breve durata, e dal punto di vista pianistico è di discreta difficoltà. In esso ritroviamo alcuni tratti stilistici tipici della scrittura ravelliana, come ad esempio il frequente uso di accordi paralleli di settima, o l’uso dell’accordo di settima maggiore, svincolato da ogni legame armonico-funzionale.
Per rendere infatti efficacemente la suggestione sonora dell’acqua, il brano è imperniato su accordi “sciolti”, arpeggi incessanti, cadenze, spesso realizzati nel registro acuto del pianoforte. La tonalità costantemente fluttuante, e le progressioni armoniche spesso ondivaghe, contribuiscono ancora di più a rappresentare l’immagine evocativa, che quindi viene espressa non più solo dal punto di vista melodico, ma anche armonico e persino timbrico: i blocchi accordali, contrapposti alle fugaci figurazioni in arpeggio, evocano ora la staticità dell’acqua ferma, ora gli zampilli e le varie coreografie dell’acqua in movimento.